Trascrizione del manoscritto: il libro della verità per tutti! (autore il Padre DIO e suo figlio INRI - Andrea Cosimo D'Amicis)

Trascrizione del manoscritto 

IL LIBRO DELLA VERITA’!

(per tutti)

Autore: il Padre, Dio Unico Santo Santissimo Signore e suo figlio (INRI - Andrea Cosimo D'Amicis)

IL LIBRO PER TUTTI!

Il neonato, l’adulto e l‘alimentazione

L‘ambiente

La tutela degli animali (il leone libero o l’uomo in gabbia)

La qualità e la certificazione

Il frutto, il „loro seme“ e il vero seme

L’adulto come esempio per i bambini

Il sale dove si trova?

Il doppio gioco

Una pietra o una patata

Il libro la bibbia solo come decorazione

La banana (bio o non bio?)

Le stagioni, il freddo, la neve…

Le case in eredità

La notte nei boschi

Il cacciatore e il cerbiatto

Lo straniero

Gli alberghi

Il traffico

La struttura ospedaliera

L‘acquedotto

Lo sport, gli spettatori e …

Le forze dell’ordine

L‘odontoiatria (il dentista)

La telepatia come sistema di comunicazione

La pulizia urbana

La distribuzione postale

L‘abbigliamento

Il profumo naturale

La schizzofrenia e la psichiatria

La ristorazione (i ristoranti)

Il riposo

L‘illuminazione pubblica

Gli impianti eolici

Le centrali idroelettriche a condotte forzate

L’utilizzo dei passeggini per i bambini

L‘origine degli incidenti autostradali

L‘abbellimento stradale e il decoro urbano

La storia: C’era una volta un padre che amava molto suo figlio e…

Il vero pellegrino e il vero DOTTORE

Il controllo degli alimenti sani per l’essere umano e gli animali

Il controllo e il mantenimento della verità

La dermatologia e nei sulla pelle

La definizione di pappone

Il (falso) prete, le chiese, l’ignoranza sulla bibbia

I servizi medici d’emergenza

L’alimentazione (non) sana per i vostri figli nella scuola

Il desiderio

La vera famiglia

I miracoli

La vergogna e il senso di colpa

La riconciliazione e la pace

Il matrimonio, la fede e l’inganno

La premeditazione del falso cuore

La preghiera come salvezza per il matrimonio

La coppia vera e le false coppie moderne

Il prete, il celibato e il ballerino

L’inizio del paradiso (per tutti!)


P.S.: trascrizione ad opera di Vincenzo Lavanco, il testo di riferimento resta

solo e soltanto il manoscritto  di Andrea Cosimo D’Amicis!


Premessa per il lettore!

Il libro si deve leggere, dall’ inizio alla fine, senza sfogliare da pagina a pagina,

e con la Bibbia (senza commenti) in mano!


Non essere ingordo, mangia solo se hai fame, ma ringrazia; ma quando

mangi devi anche saper mangiare, cioè ogni tanto anche con le mani.

Quando un neonato prende il latte dal seno della donna, lo prende fino al

singhiozzo e poi smette; tu pensa che adesso non sei un neonato, ma lui è un

esempio per te anche quando sei grande! Così fanno tutti gli animali liberi da

tutti voi uomini, e gli animali sono più intelligenti di voi, se voi non capite

queste cose elementari.

IO SONO IL PADRE TUO DIO, CHE TI PARLA IN VOI DENTRO FINO AL CUORE!

Ogni tanto pensa anche agli altri…i piccolini ad esempio come le coccinelle.

Quelle sono belle da vedere, ma anche loro hanno fame, se no come fanno a

camminare e d’estate a volare? Dagli qualcosa da mangiare, non pulire tutto

ma lascia anche qualcosa da mangiare, altrimenti come tu puoi entrare in

paradiso se non pensi a quelli piu’ piccoli di te? A cosa serve studiare tutto,

ma poi non lo metti in pratica? E’ come dire, non hai fatto niente per me, ed

Io, TUO PADRE DIO, nell’ultima ora ti butto nel fuoco eterno!

TUO PADRE ABBA

Io tutti gli animali li voglio vedere fuori liberi, perché sono Io tuo Dio che dice

che cosa e dove deve mangiare; perché se tu non sei capace di liberare tutti

gli animali, un giorno tu sarai in una gabbia a piangere, e il leone quando ha

fame apre la gabbia e ti mangia in eterno!

VOCE DI TUO PADRE DIO E SIGNORE!

Amen!

Perchè mettete le etichette nella frutta, ad esempio qualità bio, “cichita”, del

monte ecc…?

Allora io mi sono chiesto tra di me; che cosa è importante la frutta che io

vedo o l’etichetta o foto o disegno…? La risposta esatta è: quello che tu

riconosci con gli occhi è importante, e non ciò che gli uomini sopra

attaccano! Questo vale per tutto, anche per i vestiti, ecc…

Ma voi dite, che l’etichetta identifica la qualità del prodotto. Io la qualità del

prodotto che mi da Dio Padre, la vedo già in quello che lui mi fa crescere

sull’albero; ma se voi prendete ciò che il Padre Eterno ha lavorato, e tu lo

prendi da lui e presenti agli altri ciò che tu non hai fatto crescere e ci attacchi

o cambi o muti geneticamente ciò che Dio ti ha dato, allora io ti paragono

come un ladro; e il ladro non entra nel mondo di Dio, ma lo butto nell’inferno

eterno!

IO SONO, portatore della voce di Dio Signore!

Amen.

P.S.: non fate santi le persone, ma l’Unico Eterno Santo è Dio Padre!

Amen.

3.

Se voi volete il paradiso, Io come vostro Padre Dio, vi mando tutto ciò che

serve per costruirlo, ad esempio: LA FRUTTA CON I SEMI!

Se voi vi mangiate il frutto che vi dò e poi buttate i semi nel bidone, mi

potete spiegare a me, che sono il Vostro Dio, come può crescere l’albero che

ti dà il cibo? Che cosa state aspettando? Cosa aspetti, che il giorno seguente

ti svegli dopo la notte, e lo vedi già bello e pronto fatto da me? Sarebbe

troppo facile; perché quando una persona ottiene qualcosa senza averla fatta

da se o senza il sudore della propria fronte, a suo mal fine allora quella

persona non apprezza niente; ed Io valuto a mio buon fine che quella

persona è “NIENTE”; e il niente io lo butto nel bidone dell’immondizia, in

eterno!

PAROLA DI DIO!

Amen.

P.S. (nota): ho notato che a loro piace buttare per terra (spiaggia, montagna

ecc…) come tipo di semi “I MOZZICONI DI SIGARETTE”; quelli li trovi da tutte le

parti…ma se lo vede un bambino, il bambino impara dai grandi, e un giorno

quel bambino lo fa anche lui. Ma se i non fumatori accettano che il fumatore

butta anche i “SEMI”, cioè le sigarette e non gli dicono niente, allora io mi sono

chiesto tra di me: il non fumatore è complice sì o no? Ebbene, per me è

complice come il fumatore stesso, dato che ha lasciato fare l’abominio dell’altro

senza intervenire. Se un bambino impara a fumare, allora chi è l’assassino?

Colui che fuma perché fuma, ed anche colui che non fuma, perché lascia vedere

il male negli occhi dei suoi figli.

Amen.

Perché buttate il sale buono per terra, e date o meglio mettete il sale con il

veleno in tavola? Io, prendo il sale da voi buttato in terra, e lo metto nella mia

tavola; mentre il vostro sale con il veleno lo butto nel bidone!

Cosicchè, ho provato che quando prendo ciò che voi scartate io vivo in

eterno; perché le pietanze che io cucino con il sale raccolto (da voi buttato)

non mi fanno morire, se no come potrei io oggi scrivervi se fossi morto?

Pertanto, ho capito che voi siete falsi, ed io odio chi è falso; il doppio

“GIOCO” alla “MACCHIAVELLI” è solo distruttivo non costruttivo! Io non vi

giudico, perché il Giudice è colui che mi ha mandato, … IL PADRE DIO

ETERNO.

BUON APPETITO!

P.S.: buona la pasta, il mais “polenta” e il riso con il vostro buttato sale. Pensate

che io sono un coglione? I coglioni siete voi!

Amen.

4.

Io vedo che molti portano cose che per loro hanno valore, ad esempio oro,

pietre, gioielli, soldi ecc. Ed io mi sono chiesto, queste cose che loro amano

tanto, hanno un valore, si o no?

LA RISPOSTA ESATTA E’ NO !

Allora io mi sono chiesto, perché le cercano tanto?

Cosicche’, io ho domandato a loro, perché cercate questi vostri “VALORI”?

Loro mi hanno risposto, che sono importanti per vivere! Per me è più

importante per vivere una patata, almeno me la posso mangiare, … ma loro

mi hanno ribadito dicendo, che vendendo i loro valori, possono anch’essi

mangiare.

In quel caso gli ho così risposto: ma tu che dai valore a cose che per me non

valgono niente, dimmi tu…se butti una moneta per terra o un anello o un

orologio dopo cresce qualcosa, sì o no? Padre, in quel caso mi guardano

perplessi, senza parole, o vanno via dicendomi, che loro vivono in questo

mondo, come fanno tutti.

In quel caso gli rispondo così: io no, perché se uno fa come voi dite, allora se

uno è stupido, devono essere anche gli altri anche tutti stupidi?

Poi gli rispondo: se arriva il ladro e vuole il tuo “BEL” orologio nel braccio, tu

che fai? Gli dai quello che ti chiede o ti fai tagliare il braccio? Allora, che cosa

è più importante il braccio o l’orologio? Come tu puoi suonare la chitarra, se’

non hai più il braccio come prima? E lì vedi, che non sanno più che dire.

Io continuo dicendogli: come voi potete entrare in paradiso, se non

riconoscete queste cose semplici? … per questo quando arriverà la ultima ora,

cioè l’ora della morte, Io ho visto che non hai capito niente, e non solo non ti

sei migliorato, ma non hai migliorato neanche gli altri. Ed è per questo che ti

butto nell’inferno eterno.

Dopodiche’, se incominciano a capire, ti rispondono così: ma, io aiuto i miei

amici, o chi mi chiama e che conosco, e do le cose che ho a chi me le chiede!

Io gli rispondo: sicuro, va bene, io ti credo, ma se tu dai ciò che a te non serve

o è usato, o è non più originale ed è vecchio, così tu pensi dopo di comprarti

qualcosa di meglio, dando così la camicia vecchia o mezza rotta via, per poi

comprarti la camicia nuova che ti sei sognato, allora in quel caso io ti

riconosco come un falso generoso, cioè un ipocrita. Nel caso in cui tu vai a

comprare o dare la camicia nuova (“dal tuo bell’armadio”), e poi lo vai a dire

agli altri, allora io ti riconosco più ipocrita di prima, perché stai cercando

l’applauso dagli altri…e lì, quando arriva la tua ultima ora, cioè la morte, Io,

che sono tuo Dio Padre, non ti aprirò la porta nel bel paradiso, ma entrerai

con tutti gli ipocriti e falsi amici come te nell’inferno perenne.

Amen.

BANANA; BIO O NON BIO?

Papà, grazie per la banana che tu hai fatto crescere. Ma papà, scusami se ti

domando, questa banana è bio o non bio?

Figlio mio, domandalo alla banana.

Ma Papà, la banana entra in bocca mia, ma non parla.

Figlio mio, allora domanda a chi te l’ha data.

Lei dice niente, perché non è davanti ai miei occhi. Allora che faccio?

Figlio, bisogna credere che è una banana.

Vero, Papà: è una banana, ma quando io domando agli uomini…loro non mi

sanno rispondere. Allora, penso che forse non hanno fede?

Figlio mio, come tu puoi dire questo che loro non hanno fede, ma stampano

molti libri, e i libri sono fatti di carta, e la carta la faccio Io che sono Dio Padre

Santo Signore, perché Io faccio gli alberi e tutto il resto che serve per

stampare i libri, così come “LA BIBBIA”. Ma figlio mio, ma loro la conoscono la

Bibbia, si o no?

Papà, io penso che la conoscono solo di nome, ma nessuno la vuole leggere.

Ma figlio mio, come è possibile che nessuno la legge? Eppure lì c’è la mia

sapienza trasmessa per fare un mondo felice.

Ma Papà, la Bibbia non riesco a trovarla neanche in chiesa, o se c’è sta’

nell’altare (ma come tu sai, ho rispetto), ed io nell’altare non ci vado, perché lì

ci deve essere il sacerdote, ma anche lui non c’è.

Come figlio mio, che cosa sento da te, la Bibbia non c’è in chiesa e il

sacerdote neanche. Ma figlio mio tu la cresima e la comunione l’hai fatta sì o

no?

Papa’, io sono sincero, tu lo sai che la ho fatta, ma non mi hanno dato

neanche una Bibbia in mano, e a scuola neanche. Io la Bibbia l’ho avuta dopo,

quando gli uomini mi hanno tolto tutto, fino al figlio che io amo piu’ di me

stesso. Ora Papa’ mio, che cosa facciamo, perché’ io mi sono rotto i coglioni

di questi falsi. Mi dai la morte per favore, cosi’ la banana se la possono

mangiare loro o la devo dare ai porci?

Figlio mio, i porci sono santi gli uomini no; aspetta! Che adesso ti apro a te la

porta nel paradiso, ed a questi gli spacco il culo!

PAROLA DI TUO PADRE DIO SIGNORE.

Amen.

5.

Scusami Papà, allora che cosa devo fare?

Figlio, prendi la banana e mangiala, ma se non hai fame buttala fuori che

forse arriva un animale e se la mangia.

Papà, la banana la butto fuori, perché’ gli animali non hanno niente da

mangiare.

Figlio, che cosa dici? E perché’?

Papà, i boschi, come le montagne fino ai prati e fiumi, ruscelli sono pieni di

immondizia.

Figlio, ma loro non hanno delle persone a cui Io gli ho dato il compito di

controllare l’ambiente?

Papà, si, quelle persone non le ho incontrate dove devono essere, cioè in

mezzo alla natura, né’ di giorno né di notte.

Figlio, come di notte? Ma tu non hai come pellegrino la possibilità di dormire

al coperto?

Padre, quando io ho bussato, mi hanno lasciato fuori, capirai che in ogni

situazione e stagione, anche sotto la bufera o neve. Ma per fortuna c’è

adesso un’oasi. Là mi hanno accolto.

Figlio, dove tu sei ti hanno accolto, perché’ gliel’ho detto io, dato che ti ho

visto che dormivi al freddo fuori e che ti sei sognato anche una doccia.

Papa’, allora tu vedi tutto?

Si figlio, Io vedo tutto, perché’ sono costruttore del corpo e di tutto il resto.

Papa’, per questo c’e’ scritto nella Bibbia che tu hai miliardi di occhi; e adesso

ti dò conferma, grazie. Cosi’ so’ che io non sono mai solo, anche quando tutti

mi lasciano solo a piangere.

Ebbene, nei boschi come tutto il resto, ho trovato, fino alle fonti, rifiuti di

materiali di scarto, come ad esempio: pezzi di motori di macchine, vecchi

vestiti, bottiglie di tutte le forme, scatole, mobili, fino a pannolini per adulti e

neonati. Ah, è uguale se nei boschi o nella natura c’erano i loro cartelli

arrugginiti di zona protetta. Ho notato che spesso di notte invece di dormire

c’è qualcuno che scava la terra con i loro macchinari. Papà, non c’è li’ neanche

pace. Poi nella mattina seguente sono andato a vedere come mai e dove loro

hanno lavorato; ho notato che avevano scavato delle fosse e le hanno

riempite con materiali di demolizione, mattoni, cavi elettrici ecc…

Figlio mio, ma loro hanno le case lasciate in eredita’…perché’ non ci vivono li’

dentro?

Papà, lo sai, loro vogliono la casa moderna con il meglio e nuova. Il vecchio lo

buttano fuori, anche il pavimento, pietre, marmi e legno pregiato.

Figlio mio, ma legno pregiato, quale?

Papà, tu lo sai, lo fanno venire da lontano, perché’ il legno vicino a loro non

conviene prenderlo, perché’ quando sono in mezzo ai boschi, vedo che gli

alberi da te con il vento fatti cadere, sono ancora lì’ lasciati a marcire…capirai

non li prendono neanche per la legna da stufa. Per la legna da stufa, vanno di

giorno e tagliano gli alberi sani e robusti, ma non con l’accetta ma con la

motosega senza rispettare la quiete della natura. Dopo lasciano come loro

tracce i rifiuti di scatole (pesce in scatola, barattoli di latta, bottiglie di birra,

vetri…o barattoli di zuppe…) fino a filo spinato o altre schifezze, ho visto che

buttano nei boschi. E tu Padre, ho pensato fra me, che gli hai lasciato un

paese bello e pulito dove c’è latte e miele.

Figlio mio, ma tu poi li hai avvisati?

Si Papà, mi sono presentato nei loro belli uffici e ho riferito la verità di

quanto, i miei occhi hanno osservato, sempre con il mio nome “IO SONO”,

ma anche lì’ spesso non c’erano, c’era solo una segretaria, ma il messaggio è

stato recapitato.

Papa’, dopo un periodo, poi sono ritornato a vedere se hanno ripulito, ma la

loro immondizia invece di diminuire è nel frattempo aumentata, cosicché’

sono arrivato alla conclusione, che non mi prendono sul serio.

Ebbene, alla fine mi sono chiesto fra di me: ma, qui dove sono gli animali che

fanno vedere nelle loro belle riviste o strumenti video? Ho cercato la risposta

e l’ho trovata, cioè: nelle loro pance grasse. E se incontro un capriolo libero, il

cacciatore o “Jaegermeister” invece di salvarlo e dargli da mangiare, lo

aspetta nelle loro vedette e tra una sigaretta e caramella dopo l’altra, gli dà

un tiro in testa. La bestia se la porta a mangiare con i loro amici ipocriti, ma la

sigaretta e i loro rifiuti li buttano nel bosco; la loro casa e’ piena di trofei di

caccia, ma senza mozziconi di sigarette per terra. Perche’ la “loro casa” deve

essere per loro pulita, ed è uguale se fuori è sporco, perché’ loro vogliono lo

straniero, o l’asilante (il richiedente asilo) che deve venire a pulire. Gli danno

una scopa e una bottiglia di birra in mano. Poi quando il giovane e forte

straniero non è più giovane forte ma debole, oppure parla bene la loro

lingua, o ha capito il loro gioco da ipocriti, che cosa fanno…invece di

vergognarsi e di ripulirsi loro stessi, gli sputano in faccia a chi si e’ sacrificato

per un paese più bello e pulito, e lo lasciano fuori nella croce a morire di

freddo, rovinandogli la sua famiglia, dicendo che sono gli stranieri o il

forestiero pazzi o senza rispetto.

6.

Ora Papà che cosa faccio? … ah ho pensato la banana la butto fuori (per un

animale, che forse passa piangendo per la fame) ed invece, io ti chiedo: posso

mangiare la tua mela? Si o no?

Figlio prendila e mangiala!

Grazie Papà! Hum…buona la tua mela Papà, un pezzo, forse lo mangio dopo.

Papa’, scusa ancora che ti domando…

Dimmi figlio, io ti ascolto!

Papa’ ho visto, che dove tu sei seduto davanti ai tuoi occhi, sul tavolo ci sono

dei semi, posso prenderli?

Figlio, prendili e buttali fuori con la banana, perché’ tra poco non crescerà

piu’ niente, dato che sono Io che fa crescere il tutto; ma siccome tu hai un

buon cuore, faccio crescere dove tu hai piantato e seminato.

Papà, ma io ho piantato poco, moriranno tutti di fame.

Figlio, non ti preoccupare per gli ipocriti, che Io tuo Dio Padre e Signore ho

un piano; ed io il piano lo porto a termine.

Ti voglio bene, Papà!

Anch’io.

Figlio alzati e vieni: pendi un pezzo di carta o meglio continua da dove avevi

prima terminato, (perché’ la carta e’ mia) e scrivi…scrivi anche quello che io ti

ho detto di fare!

Va bene Papà, ma Papà…io ho freddo.

Figlio, ti devo dire tutto Io? Usa la testa. Prendi un pullover e indossalo, o la

pelliccia di visone che Io ti ho regalato.

Va bene, Papà.

Ascolta figlio, quali sono i comandamenti più importanti?

Papa’, tu lo sai che io lo so’, e sono: I DIECI COMANDAMENTI.

Bravo figlio, … e poi?

Ama Dio con tutta la tua forza, con tutto il tuo corpo, con tutto il tuo cuore e

con tutta la tua mente, cioè con tutto il tuo pensiero.

Poi segue…

Figlio mettiti comodo a scrivere.

Va bene Papa’…allora stavo dicendo, poi segue l’altro comandamento

importante come quello sopra detto, cioè: ama il prossimo, come te stesso.

Bravo figlio.

Papa’, scusa ma allora se una persona si uccide è come dire uccidere il

prossimo, vero?

Si figlio, e per me è quella persona un assassino…ed io, chi si uccide lo butto

nell’inferno perenne.

Papà, se una persona non ama il suo prossimo e lo butta fuori di casa, o non

gli dà il mangiare quando ha fame, o non lo copre con una “coperta” (o non

so ché), quando non ha da vestirsi, o non gli dà l’acqua per lavarsi, quando il

prossimo non la trova ecc…e poi lo lascia fuori di notte al freddo, pur

sapendo che lui ha la casa sua calda e spaziosa, mentre il prossimo che ha

bussato non gli hanno aperto la porta e poi il prossimo ormai disperato non

sapendo dove dormire è morto di freddo; allora Papà, io ti chiedo come tuo

figlio, chi è alla fine l’assassino? Colui che ha fatto il freddo, cioè tu perché tu

fai il freddo o il caldo, o colui che non gli ha aperto la porta, o la stessa

persona che è morta?

Figlio, che cosa dici e cosa pensi…Io non sono l’assassino, perché io voglio

salvare la persona, e per questo mando il povero a bussare a chi ha, perché

voi siete tutti fratelli e sorelle, ma solo se vi aiutate tutti, senza fare distinzioni

o escludere nessuno, perché Io sono in voi tutti dentro…ed Io aiuto il debole,

ma non il forte.

Ma se quel povero rifiuta l’aiuto dove Io lo mando a bussare, e vuole passare

la notte al freddo a morire, alla fine è l’assassino il povero stesso; ed Io lo

butto nell’inferno.

7.

Scusa Papà, se ho capito nel mio caso, tutte le persone che mi hanno rifiutato

o non mi hanno aiutato aprendomi la porta, allora sono degli assassini.

Bravo figlio, hai capito bene.

Ora, Papà che cosa faccio?

Numera le pagine che hai scritto, tu con Io, che ti sto aiutando.

Va bene, Papà!

Figlio, quante pagine sono?

Papà, sono sette fogli.

Bene figlio, adesso lascia tutto lì come sta…e vedo che c’è un altro foglio

senza numero…sul tavolo…quel biglietto o foglietto va bene così.

Riposati adesso figlio, che so che hai bisogno.

Grazie, Papà!

Prego.

Papà, sto facendo adesso il caffè ed ho notato, come tu sai, il foglio in

tedesco, sai vicino alla Bibbia, non ha un numero. Che cosa faccio…lo devo

numerare? Si o no?

Figlio, no! Lascialo così come sta…e fai la colazione adesso.

Va bene, ciao.

Ciao.

Figlio, hai fatto la colazione?

Si, Papà.

Che cosa hai mangiato?

L’ultima fetta di pane con un po’ di burro, marmellata e miele.

Come tutta insieme?

Papà, no. Prima ho spalmato il burro sul pane, e poi ho tagliato a metà la

fetta. In una, ho messo la marmellata e nell’altra metà il miele.

Figlio, che marmellata è?

Papà, è marmellata di fragole, ma sul suo barattolo di vetro c’è scritto di

prugne.

E che cosa hai fatto? Figlio mio.

Papà, tu lo sai che a me e a te piace la verità.

Continua figlio, raccontami.

Ebbene Papà, con la penna ho fatto un rigo e ho scritto il vero contenuto,

cioè: fragole.

Figlio, lo hai fatto oggi, sì o no?

No, Papà, tu lo sai che l’ho fatto nei giorni passati, perché l’ieri esiste anche in

queste piccole cose.

Bravo, figlio; tu hai detto la verità, perché Io tuo Padre Dio ti ho visto anche

ieri.

Ora figlio, la sorella, che da sopra ti porta da mangiare, è scesa e ti ha portato

dopo di ché un po’ di pane, è vero?

Si, Papà. È vero.

Sai perché, figlio?

Papà, perché tu hai visto che da me era finito, e così poi dentro di lei, gli hai

parlato dicendole: prima di andar via, figlia mia, porta a tuo fratello un pò di

pane, così adesso ho il pane, (grazie a te).

Tu figlio, hai ringraziato la tua sorella?

Papà, tu sai tutto e vedi tutto, … certo che si, e le ho augurato di andar piano

con la macchina, perché come tu sai fuori c’è il gelo e neve.

Bravo figlio, ho visto! Sei stato cortese con lei, cioè la tua sorella, cioè la mia

figlia.

Ora Papà, posso fare un po’ di pausa?

Figlio, perché me lo domandi? Tu puoi fare tutto quello che vuoi, perché sei

un figlio libero!

Ciao.

Ciao.

Figlio vieni, mettiti seduto e raccontami; hai mangiato?

Si Papà, ho mangiato ed era buono.

Che cosa?

Ho cucinato prima il riso con poca acqua e con il sale che gli uomini scartano

e buttano per strade. Tu sai Papà, è lo stesso sale con cui ieri mi sono

cucinato la pasta.

Bravo figlio mio! Tu il sale lo conosci molto bene, vero?

Si Papà, perché io quando ero piccolo andavo sugli scogli sul mare in Puglia

8.

scalzo, e vedevo il sale e me lo mangiavo.

Si figlio, io ti ho visto.

Quindi tu sai quello che fai?

Certo Papà; mi hai visto tu e me lo hai insegnato tu.

Allora figlio, perché due giorni fs di domenica, è scesa la sorella che abita

sopra, e ti ha detto di non mangiarlo? E tu non l’hai mandata “affanculo”?

Papà, io ho rispetto degli altri, ma mi sono controllato, perché come tu sai “IO

SONO SEMPRE SOLO” e devo trattare tutti con rispetto gli altri, specialmente

chi mi aiuta a sopravvivere.

Bravo, figlio…perché tu devi far capire a chi non ti conosce che sai quello che

fai, che sai quello che mangi, e che sai quello che dici. È così figlio?

Si, Papà.

Su raccontami.

Ebbene, il sale lo conosco bene, e ho cucinato a parte delle lenticchie rosse.

Come figlio mio, lenticchie rosse? Io che sono tuo Padre conosco le lenticchie

scure.

Ma Papà, sul pacco delle lenticchie ci sono tanti marchi e simboli fatti dagli

uomini ed uno di essi ha la forma di una foglia con delle stelline…che indica

l’originalità del prodotto “bio” … (boh…solo tu lo sai).

Dove vai figlio, perché ti sei alzato se stavi scrivendo?

Mi sono alzato a prendere il sacchettino per vedere se è così…ah, scusa Papà

mi sono corretto, quel marchio come sopra descritto si trova si sul pacco

delle lenticchie e penso che le hai fatte tu così rosse dalla nascita, ma ho

preso il pacco di riso e lì quel marchio non c’è…eppure anche quello è un

pacco contenitore di cibo.

Nel pacco di riso c’è sopra scritto: “basmati reis”, con una foto di una ciotola

con riso bianco, peperoni tagliati, funghi e a parte prezzemolo.

Figlio, se nella foto vedi quelle verdure, hai visto anche quelle verdure

dentro?

No, Papà; ho visto solo riso bianco…ma Papà, perché scrivono sul pacco

“basmati reis” se il riso è bianco? Me lo spieghi tu, grazie.

Figlio, lì c’è la bugia.

Ma Papà, perché sono bugiardi?

Figlio, me lo chiedo anch’io; … non ti preoccupare che quello è il mio lavoro.

Tu figlio, continua a raccontare e non immischiarti nel mio lavoro, se no ti fai

male…capito?

Si Papà. Ebbene, una volta cucinato e pronto, (salato con il sale che loro

buttano per terra) ho messo tutto in una pentola e un pezzettino di cipolla,

un po’ di peperone giallo (“BIO?”), una mischiata e poi mi sono messo a

tavola.

Si figlio, ti ho visto. Poi che cosa hai fatto, raccontami…figlio sei ancora lì?

Scusa Papà, ho fatto un pò di riscaldamento.

Poi ho preso una bustina di tè, dove lì c’è scritto: BIRNE…

Figlio, perché scrivi in tedesco, scrivi in italiano nella tua propria lingua.

Si Papà, …

Su traduci l’etichetta della bustina.

Aspetta che mi devo un attimo alzare, … ecco c’è scritto PER!

Bravo figlio, ma tu sai anche fare il traduttore. E Io mi chiedo perché non hai

un lavoro? Lì ci penso Io, tuo Padre!

Ebbene e una volta aperta la bustina una parte l’ho versata nella pietanza

cucinata…e poi mi sono messo a mangiare.

Hai usato il cucchiaio, figlio?

Si, ma quello di legno, perché il sapore sul metallo non gradisco.

Figlio ho visto che hai mangiato tutto…era buono?

Si buonissimo, Papà.

Adesso ho conferma che sai anche cucinare bene, bravo. Dove lo hai

imparato?

Tu sai Papà nella gastronomia, italiana, tedesca, hotel, ristoranti di lusso ecc…

Bravo figlio, e come mai, tu che sai tante cose, ti trovi in mezzo alla strada?

Papà, me lo chiedo anch’io.

Figlio, tu non sei scemo. Tu sei intelligente…e gli stupidi sono coloro che ti

hanno lasciato senza occupazione. Io, ho visto che nel passato hai inviato, di

giorno, di notte (con fax…) con il computer, con la posta tantissime richieste

di assunzione con tutti i documenti di scuola, ad esempio, in Italia (PERITO

ELETTRONICO) e Germania (INDUSTRIE KAUFMANN) ma la gente rideva

appena hanno visto la tua foto…aspetta, che io, gli vado a

*********************** bastonarli…e poi raccontami!

9.

Papà, ti sto scrivendo, mi vedi?

Si figlio, ho appena finito di parlare con i miei dipendenti…, eccomi dimmi

tutto!

Ecco, una parte del tè, l’ho versata dentro un bicchiere d’acqua, e mi sono

accorto che non ha un odore di pere con bacche Holunder, ma un odore di

mele.

Tu figlio, sei sicuro di quello che dici?

Papà, tu lo sai che in passato ho raccolto le mele nel Trentino, … le fanno

crescere vicino all’autostrada, dove c’è una puzza di macchine.

Figlio, anche quello hai fatto? E come, l’autostrada vicino le mele?

Si, Papà.

Bravo, tu hai detto la verità…perché ti ho visto come tu agile ti arrampicavi

sugli alberi, mentre gli altri comodi stavano sui trattori seduti a ridere e a

parlare…e tu giovane e forte a lavorare come uno schiavo. Quelli, so già dove

metterli!

Ma Papà, in quel periodo ho fatto la vendemmia anche dell’uva.

Senti figlio, era uva con i semi o senza semi?

Papà, io non mi ricordo, perché sono passati circa trentatré anni.

Figlio, Io ho dato agli uomini frutta con i semi, se per caso c’è un albero (o

vite) che da frutta senza semi, li c’è la bugia. Avranno ciò che si meritano,

piangeranno a stridor di denti.

Figlio, dove sei, perché non scrivi più…ah adesso vedo…si, sei andato nel

bagno a fare la cacca, vero?

Si, adesso sono di nuovo qui. È vero!

Bravo, tu hai detto la verità figlio, perché ti ho visto che hai messo le dita

dentro la merda, se va tutto bene, sai, tu hai avuto i vermi anche. Vero, figlio?

Si, Papà.

E.…che cosa c’è? Ci sono i vermi dentro, sì o no?

No, Papà…ma ho visto che ci sono i semi della fetta di pane che a colazione

mi sono mangiato. Io, i semi non riesco a digerirli!

Come i semi nel pane…ma il pane si fa con la farina e non con chicchi di semi

grezzi.

Papà, io non ci capisco più niente, perché i semi li trovi da tutte le parti nelle

loro pietanze, ma non per terra. In terra vedo solo rifiuti o foglie secche, ma

non semi per far il paradiso sulla terra. Mi sembra di essere nell’inferno, Papà.

Figlio, non ti preoccupare, lì ci penso io, che sono tuo Padre Dio.

Grazie, Papà.

Papà, perché mi sono arrivati nel passato i vermi? Ti posso fare questa

domanda?

Figlio, perché mi fai questa domanda, quando già ti ho risposto in una notte

scorsa?

Scusa Papà…

Su racconta e scrivi la risposta. Ma scrivi la verità, perché Io i bugiardi li butto

tutti nell’inferno perenne, ed Io, tuo Padre Dio non faccio distinzione e

preferenze per nessuno, compreso te, che sei mio figlio.

Papà, nel passato, dato che qui vivo un incubo, ho desiderato di morire, e ti

ho chiesto se mi invii, dentro il mio corpo, il cancro.

Si figlio, Io ho sentito il tuo desiderio di morire mangiato di cancro…ma non ti

ho voluto farti contento, perché tu come Io so, stai lavorando per me, perché

tu sei Gesù.

Ma Papà, come io sono Gesù? Io ho un passaporto che identifica il mio nome

e data, e luogo di nascita…in Italia, e uno in tedesco. Come posso essere Gesù

Nazareno, se io mi chiamo NOME/COGNOME nato 08. Settembre del 1964 a

Barletta (BA)…nessuno ci crede.

Ma figlio mio, il tuo corpo e la tua faccia te la vedi allo specchio, sì o no?

Si, Papà.

Gesù ha i capelli corti o lunghi nei Crocifissi? Rispondimi figlio!

Papà, Gesù ha i capelli lunghi e la barba.

Bravo! Figlio, Gesù è stato flagellato secondo i quattro Vangeli (Matteo,

Marco, Luca e Giovanni) si o no? Rispondi!

Si, Papà! C’è tutto scritto!

Tu, figlio mio, hai materiali che riguarda “LA SINDONE” il telo di lino che si

trova a Torino dentro “IL DUOMO”, sì o no?

Si, ho tutto documentato.

Bravo figlio!

Figlio, ti ho visto girare in Italia, Austria, Germania con delle magliette

raffigurato il “VOLTO” di Gesù Cristo, in base a delle ricerche fatte dalla NASA.

E’ vero figlio, si o no?

Si, Papà è vero!

Bravo, ti ho visto che hai lasciato quell’immagine del volto nelle chiese e dove

io ti mandavo…e poi aspettavi, se qualcuno ti riconosceva; è vero figlio, sì o

no?

10.

Si, è vero. Papà.

Figlio, tu sai che cosa è la “NASA”, sì o no?

Certo Papà; lì ci sono tutte persone competenti, che fanno ricerche spaziali,

che hanno macchinari sofisticati e di osservazione.

Bravo, figlio…e tu lo sai, che la terra è mia; ed è mio anche tutto ciò che ci sta

sopra, compreso anche le loro macchine? Si o no?

Si, Papà, io lo sò, ed è per questo che mi sono messo a fare il pellegrino per

avvisarli, che tu sei il mio Papà, e che Dio c’è…perché tu mi hai dato il corpo

di Cristo, ma con un altro nome.

Giusto figlio; ma tu hai lasciato delle documentazioni e messaggi alle autorità

della chiesa o dello stato federale tedesco? Si o no?

Si Papà, ho fatto tutto ciò, fino alle autorità della Polizia.

Bravo, figlio mio. Hai detto la verità!

Ora Papà, perché ho avuto i vermi se tu sei il mio dottore, dato che io non ho

come curarmi.

Come figlio, mi fai questa domanda? Se tu sai la risposta?

Ah…Papà, scusa avevo perso il filo del discorso…ebbene Papà, se io ti ho

chiesto di morire mangiato dal cancro, e tu mi hai dato il cancro, come

potevo fare adesso qui con te, questo rapporto?

Bravo, figlio…tu il cancro lo hai avuto e ti stava mangiando, perché tutti ti

odiano anche se sei buono…ed Io per salvarti ti ho mandato dei vermi dentro

lo stomaco che di notte lavoravano per salvarti la tua vita. I vermi, devono

mangiare, e i vermi che Io ti ho mandato e fatto crescere, mangiano il cancro.

Allora Papà, quasi tutte le operazioni che avvengono negli ospedali sono

delle bugie a scopo di lucro?

Si figlio mio, tu hai detto la verità.

Le analisi che fanno il giorno dopo con l’urina ad esempio, contengono ciò

che Io, tuo Padre Dio, ho aggiustato. Il veleno deve uscire dal corpo…e il

corpo butta i rifiuti attraverso le feci e l’urina.

Ora gli uomini ipocriti, prendono quanto Io ho scartato e dichiarano che il

paziente è malato. Ma la malattia stà dentro lo scarto e non dentro il paziente

curato da me.

Allora Papà è tutta una bugia?

Questo non lo puoi dire tu, perché c’è anche il buono che non è stupido!

Grazie Papà.

Prego figlio, ma hai detto che tu non hai più i vermi, vero? Si o no?

Papà vero! Si, io tuo figlio, non ho più i vermi.

Allora, figlio questo giustifica che tu sei sano e loro sono i malati!

Ciao Papà. A presto.

A presto figlio…a proposito quanti fogli hai scritto in tutto?

Come tu hai visto, adesso sono totale dieci fogli. Ciao Papà.

Ciao.

Figlio non correggere niente…quello che ho scritto se no è un falso.

Scusa, Papà.

Figlio svegliati!

Figlio mi senti?

Si Papà.

Figlio è arrivato il momento di alzarti. Senti i passi sopra la tua testa?

Si Papà, li sento.

Allora figlio, c’è qualcuno che si è svegliato prima di te e tu stai lì ancora

sotto le coperte! Su adesso alzati!

Papà, posso stare ancora cinque minuti a pensare?

Si figlio, ma solo cinque minuti., a dopo.

Figlio, i minuti sono passati, ma ti ho lasciato un po’ più di tempo ancora. Che

cosa hai pensato?

Volevo pensare ciò che per me è bello, ma mi sembrava di vedere ad occhi

nudi, solo delle macchie scure che camminavano sul muro.

11.

Poi mentre pensavo, ho pensato, ancora tra di me; che cosa sono quelle

macchie? E continuando a pensare, ho visto che sono scarafaggi.

Figlio, ma tu sai che dove tu dormi è tutto pulito, perché tu sei pulito, vero?

Si, è vero Papà. Allora perché, Papà, ho visto non il bello, ma il contrario per

me?

Figlio, perché sono stato Io, tuo Padre Dio e Signore a farti vedere nel tuo

pensiero, non quello che desideravi, ma quello che Io tu Padre desidero.

Ma Papà, perché hai fatto così?

Perché era arrivato il momento di alzarsi, per poi lavorare per me.

Come lavorare per te, Papà?

Si figlio, perché tu sei diventato uno scrittore.

Papà, ma se ben mi ricordo a scuola, io non ero bravo in italiano, e i miei voti

erano sempre insufficienti.

Figlio, vedo che dici la verità. Bravo! Sono Io, tuo Padre che fa crescere ed

educare le persone, compreso tu, figlio, mio.

Se Io già dalla nascita ti facevo dotto, come desiderano gli uomini, come

avresti potuto lavorare adesso per me? Ti avrebbero messo in un palazzo

dentro e bello di fuori…e tu forse, ti saresti sentito sicuro, salvato e protetto,

fino al giorno della pensione.

Dopodiché, Io avrei visto, che per gli altri fai tutto, e invece per me non hai

fatto niente; invece della pensione come ricompensa, ti avrei dato la morte

(perché, il mondo è mio, e sono Io che do la vita, o la morte), e invece di

goderti la vecchiaia, saresti stato buttato dentro l’inferno perenne.

Figlio dove sei?

Sono andato un attimo a bere un sorso d’acqua, con un po’ di menta.

Come figlio, la menta? E dove l’hai presa, se fuori, aprendo la porta, trovi solo

neve e freddo?

Papà, come a te niente rimane nascosto, in un armadietto in cucina c’è del tè

in bustina con l’etichetta, che dice che è menta.

Figlio, sei sicuro?

Si Papà, io conosco la menta, perché quando giravo scalzo, cioè a piedi nudi,

sui prati in pianura e in montagna, ho mangiato l’erba…e lì ho riconosciuto

anche la menta.

Come, figlio, e non sei morto?

Ma Papà, certo che no, perché come potrei adesso scriverti?

Bravo, figlio hai detto la verità! Ma prima di mangiare l’erba, che cosa facevi

con il braccio? Che cosa domandavi?

Ebbene Papà, siccome come tu sai io non sono nato ieri, durante la vita ho

conosciuto una sorella, figlia tua, che mi ha insegnato a riconoscere l’arte

della medicina cinese.

Spiegami figlio, come?

Nel palmo della mano, se è possibile a sinistra dove batte il cuore, si prende

la “COSA”, in questo caso è l’erba raccolta, e ci si domanda tra di sé quanto

segue:

ciò che ho nella mano è sano?

Dimmi sì!

Ma con l’altro braccio libero, cioè il destro, faccio pressione sul palmo a

sinistra, e sé la conferma è “SÌ” … in questo caso, il braccio sinistro rimane

rigido.

Figlio, scusami non ho capito bene. Come deve essere il braccio sinistro,

prima di porsi la domanda? Tu lo sai?

Si, Papà…il braccio sinistro deve formare come una linea fra la spalla sinistra e

il palmo o meglio la mano sinistra.

Bene, figlio, grazie…adesso ho capito. Quindi se il braccio, nel momento in cui

ti facevi la domanda, fosse andato giù, allora significa che non è sano?

Vero, Papà…ma forse non è sano per me, ma forse è sano per un altro.

Figlio, bravo, hai detto la verità! Perché ciò che Io Padre Dio costruisco, può

far bene a te, e può far male all’altro.

Ma figlio, tu ti sei mangiato anche delle piante velenose è vero?

Si, Papà!

Perché, figlio?

Perché ero stanco di soffrire.

Come stanco di soffrire se tu sei un regalo per me; figlio mio…non capisco. Tu

hai. i piedi e quindi anche le gambe, le mani e quindi anche le braccia, i

capelli sulla testa e quindi anche la bocca ecc…tu hai tutto ciò che ti serve per

essere contento, perché molti già dalla nascita non hanno le gambe e quindi

non possono camminare, non hanno le mani e quindi non possono scrivere o

suonare la chitarra ecc…perché figlio mio, hai fatto questo.

Ebbene, confesso, perché tutti mi lasciano solo, non mi aprono la porta

quando busso, non mi hanno lavato, non mi hanno dato un bicchier d’acqua

quando avevo sete, non mi hanno dato un mantello per coprirmi, non mi

hanno accolto nelle loro feste, non mi hanno dato un letto per dormire, non

mi hanno preso nelle loro vetture, non mi hanno aiutato quando avevo fame

e quando ho chiesto aiuto!

Come figlio mio, tu sei mio figlio e non ti hanno aiutato ma ti hanno lasciato

solo! Aspetta che torno subito, che li sistemo io a chi ti ha respinto…e questo

sarà fatto con giudizio!

Grazie Papà…ma Papà, abbi pietà di loro.

Figlio, non immischiarti nel mio lavoro! Io sono Io! Tu sei tu!

CAPITO!!!

12.

Figlio?

Si Papà.

Figlio, ascoltami! Ho visto che sei adesso seduto, dopo aver mangiato. Era

buono?

Si, grazie…come tu sai Papà, questa volta ho preso dei resti che la sorella mi

ha dato.

E poi?

Dopo aver mangiato, bisogna pulire i piatti.

Tu figlio, come li lavi i piatti?

Io sono io, e li lavo con solo acqua calda e fredda.

Come figlio mio, solo acqua calda e con acqua fredda, senza sapone?

Si Papà.

Bravo figlio, hai detto la verità, ed io lo trovo giusto, perché così non inquini

l’ambiente vicino a te, perché anche l’ambiente è mio…ed io voglio che tu hai

rispetto di tutto ciò che mi appartiene.

Figlio hai usato poca o tant’acqua?

Papà, poca acqua, ciò che mi basta e poi me la sono bevuta.

Come figlio ti sei bevuto l’acqua che hai utilizzato per lavare i piatti?

Si Papà, perché mi era venuta un po’ di sete, ed ho visto che quell’acqua era

buona, dato che aveva i sapori di ciò che ho mangiato, con tutte le sostanze

necessarie per aver un corpo sano…grassi, vitamine, zuccheri ecc…

Bravo figlio, ma tu sei diventato un risparmiatore anche dell’acqua…e perché

dato che tu adesso ti trovi in un luogo dove acqua c’è in abbondanza?

Papà, perchè ho visto, dove tu mi hai mandato, fino ad arrivare alla punta

estrema della Puglia, che l’acqua la buttano per la strada dentro le loro

bottiglie di plastica, invece di coltivare la terra o utilizzarla come deve essere.

E tu che cosa hai fatto, quando hai visto questo abominio?

Tu sai, Papà, che io so che tu vedi tutto…ho raccolto alcune di esse e ho

innaffiato piante quasi secche e mi sono bagnato i piedi, perché in quel

periodo facevo un caldo torrido, e una parte l’ho bevuta.

Bravo figlio, tu hai detto la verità e ti dò lode, perché hai pulito anche la

Puglia.

Si Papà, ma lì c’è tanta sporcizia…eppure quando vedo una rivista di come è

la Puglia, lì nelle loro foto, sembra tutta pulita come dovrebbe essere, invece

è diventato un letamaio anche lì.

Perché figlio hai bevuto l’acqua che loro buttano, dopo che la fanno arrivare

con i loro mezzi di trasporto puzzolenti? Non hai bevuto l’acqua

dell’acquedotto pugliese?

Ogni tanto, ma quell’acqua non mi fa bene, perché è piena di cloro, e il cloro

uccide la salute.

Figlio che cosa sento dire da te, l’acqua dell’acquedotto in Puglia è piena di

veleno?

Si! Papà.

Eppure lì c’è qualcuno che lavora per controllare le acque, e i ministeri per la

salute!

Aspettami lì, lascia tutto scritto così e non cancellare niente…che adesso

torno subito.

Va bene Papà, a dopo.

Figlio sei lì?

Papà, mi chiami?

Si, come, non far finta di non capire…su vieni e siediti.

Va ben, Papà vengo, e mi siedo dove tu sei.

Ma figlio, come tu puoi dire a me di sederti dove sono Io, come tu fai a

sederti, se la si siede ad esempio un fratello; che fai ti siedi sopra le gambe di

lui?

Su, non dire stupidate!

Papà, è solo un modo di dire, che tu sei da tutte le parti, anche dove io non ci

sono.

Ecco, adesso mi piace la cosa. Bravo, hai detto la verità.

Che cosa hai fatto?

Papà, ho messo un po‘ di ordine.

Bravo, a me piace l’ordine con la testa, e non con il culo. Sai figlio, sono state

create da me anche le forze dell’ordine, … hanno delle belle divise, con tante

cose lì sulle spalle attaccate e tante macchine moderne comode e lussuose…è

vero questo, figlio?

Si Papà, è tutto vero.

Bravo figlio, e dimmi tu figlio mio…sono per te competenti, mettono ordine

dove c’è disordine? Si o no?

Papà, no!

Bravo, hai detto la verità. Ma Io li vedo sempre andare con i loro mezzi e belle

divise e belle donne, anche in uniforme, su e giù. Dove vanno, figlio?

Papà, io li ho visto spesso correre dietro una palla.

Come, dietro una palla? Non capisco. Spiegami!

Si Papà, dove c’è una palla da calcio, o da “sport” vanno lì anche loro.

Figlio, che dici…invece di mettere ordine, giocano al calcio?

No, Papà. Stanno lì e guardano che gli spettatori urinano e sporcano per terra

facendo un gran fracasso, ubriachi o non ubriachi.

Come figlio, non capisco! Chi sono gli ubriachi, o le persone che fanno

fracasso?

Papà, sono i tifosi fuori dagli stadi e dentro gli stadi…capirai che per una palla

che entra in rete, urlano per la gioia.

Dove vanno i tifosi, arriva anche lo sporco…perché buttano i loro rifiuti,

sigarette, bottiglie, vetro per terra e così tutto il resto…

13.

Papà scusami mi sono alzato a prendere della carta da scrivere, ed ho trovato

questa qui; per me va bene.

Si figlio, va bene anche, perché anche quella bisogna utilizzare quando l’altra

carta non c’è…perchè da adesso non si butta più niente, dato che hanno

sporcato, ora si pulisce!

Figlio mio, se ho visto Io hai visto anche te.

Si Papà è così, perché i miei occhi sono i tuoi occhi.

Bravo figlio mi, hai detto la verità, adesso vado Io a mettere ordine, ma a

modo mio, perché come si può aver progresso se non c’è ordine.

Figlio, aspettami lì e poi torno.

Come tu desideri, Papà.

Figlio?

Papà sono quì, ti ascolto.

Hai mangiato la frutta?

Si, adesso mi sono mangiato una banana.

Figlio, vedo che c’è lì anche una mela. Perché la banana, se c’è la mela?

Papà, io volevo mangiare la banana.

Bravo, tu prendi ciò che hai adesso, senza esagerare…ma come mai avevi un

po’ di sangue sulle gengive?

Papà, io non ho visto sangue sulle gengive, ma dopo il morso sulla banana.

Figlio, scusami non ti capisco.

Papà, intendevo mentre la stavo mordendo.

Bravo, figlio hai detto la verità.

Ebbene figlio, tu i denti te li lavi, si o no?

No, Papà.

E perché? Non hai lo spazzolino per i denti e il dentifricio?

No, Papà.

E da quanto tempo non li usi entrambi?

Da due anni; Papà.

Ma i tuoi denti sono tutti pieni di amalgama e una parte otturati.

Si, è vero Papà…ma quando ero piccolo già con i denti “di latte” stavo dal

dentista e anche dopo, con i nuovi denti mi hanno forato.

Figlio, e i denti del giudizio, dove sono?

Papà, appena stavano uscendo, già me li hanno estirpati.

Ma figlio, quelli sono i denti che ti ho dato per usarli, ma non per toglierli.

Papà, ho sbagliato io? O ha sbagliato il dentista?

Figlio, la verità la so solo Io, perché, anche tu sei lì per imparare.

Aspettami lì, che adesso torno subito. Se vuoi mangiati la mela, a dopo figlio.

Si Papà a dopo.

Figlio siediti.

Si Papà, adesso mi sono seduto.

Adesso è giorno o è notte, figlio?

Papà, è giorno.

Bravo, hai detto la verità…quindi, noi due ci siamo lasciati ieri sera. Vero?

Si, Papà.

Adesso, che cosa hai trovato sul foglio, dove stai scrivendo?

Pane, burro e una mela.

Bravo figlio, hai detto la verità.

Chi è che te li ha portati?

La sorella di sopra.

Ma tu, figlio, dove stavi in quel momento?

Papà, io stavo coricato per terra nella stanza da letto, ed ho sentito che

qualcuno sta aprendo una porta con delle chiavi, senza bussare.

Che cosa hai fatto, figlio.

Sono rimasto nella stanza e ho domandato: “hallo? Wer ist? (Chi è?)

Figlio, chi ti ha risposto, dopo?

Ho sentito la voce della sorella di sopra…che mi ha detto: “ho portato del

pane, perché questa mattina esco, ci risentiamo a mezzogiorno.”

Io gli ho risposto, dalla stanza in cui stavo ancora coricato: “grazie sorella! Hai

forse una mela per me?”

Lei mi ha risposto: “non adesso, ma più tardi te la porto.”

Io ho continuato dicendole: ” sorella, per favore io ho bisogno adesso della

mela; fammi questa cortesia portala adesso.”

Così che la sorella mi ha dato quanto volevo, e le ho augurato buona

giornata.

Bravo, figlio hai detto la verità; prendi adesso quella mela e dagli un morso…

hai fatto figlio quanto ti ho detto?

Si, Papà.

Adesso vedi che quella mela ha sopra i segni dei tuoi denti, vedi sulla mela

tracce di sangue, si o no?

No, Papà.

Allora figlio, i tuoi denti e le gengive sono sane.

Ieri sera come ti sei lavato i denti, se non hai spazzolino e dentifricio…su

raccontami.

Papà con un dito nella bocca e poi ho preso un pezzettino di ingwer

(GINGER) e me lo sono strofinato su ogni dente, un po’ di acqua per

sciacquare e l’ho sputato. Papà, è finita anche questa carta.

(foglio 13) Adesso prendo ciò che è rimasto con la foto.

Si figlio, fai come tu hai detto.

14.

Figlio, hai fatto?

Si Papà.

Bene adesso fai colazione. A dopo.

A dopo, Papà.

Figlio, siediti e scrivi!

Sono qui, come tu mi hai detto. Io ti ascolto, Papà.

Bene, ho visto che hai fatto colazione, pane, burro, un pò di miele e caffè…ma

prima di incominciare, che cosa hai fatto?

Papà, ho preso la Bibbia, sai quella che tu mi hai dato “senza commenti” DIE

HEILIGE SCHRIFT,

che la porto ai fianchi, con una cintura e contenitore (tutto da te a me dato) e

la ho aperta.

Papà, io ho aperto la Bibbia nel mezzo.

Come nel mezzo, non capisco figlio, spiegami.

Dove c’è il libro del profeta JesaJa, e miei occhi mi hanno “detto” di leggere

dove io vedo.

E cioè, figlio?

Il verso Jesaja 30, e subito dopo il verso Jesaja 29/9-16.

Figlio, hai capito cosa hai letto? Si o no?

Papà, no.

Bravo figlio, perché tu hai detto la verità, perché tu hai letto due volte il

punto trenta, dato che adesso lo devi rileggere con me, insieme; mentre

Jesaja ventinove verso nove fino al sedici, lo hai capito bene; perché ieri sera,

prima di coricarti, ti ho visto con i miei occhi, che hai letto quel verso ben due

volte. Vero figlio? Si o no?

Si, Papà. E’ vero.

Bravo figlio, adesso rileggiamo insieme il punto trenta. Su leggilo nel tuo

pensiero.

Hai fatto, figlio?

Si, Papà…ma fino al punto Jesaja 30/verso 7.

Bene figlio adesso hai detto la verità della verità, ciò che tu veramente hai

letto, perché poi non hai continuato più.

Ascolta figlio, perché quello che hai letto, così avverrà, perché tu sei il mio

portavoce. Parola di tuo Padre Dio Abba e Signore. Amen.

Aspettami che torno subito, … a dopo, figlio:

Figlio, siediti e dimmi, che cosa adesso stai bevendo?

Un tee, con due bustine prese dallo stesso contenitore dell’altra volta.

Bravo, figlio mio. Dimmi c’è qualcosa che non va?

Si Papà. In una bustina c’era “mela / holunder”, mentre nell’altra c’era “pera /

holunder”. Io penso, Papà, che le bustine sono mischiate…uno è giusta, e

l’altra non è giusta. Vero, Papà?

Figlio, bravo. Hai detto la verità. Aspettami ancora lì, e vai a prendere della

carta, che io vado a sistemare a modo mio questi ipocriti bugiardi; perché

dove devono fare i controlli come si deve, non li fanno bene; mentre dove

non c’è niente da controllare, lì controllano bene. Torno subito, figlio…ciao.

Ciao, Papà.

Figlio!

Si Papà, sono qui. Dimmi.

Hai preso la carta?

Si Papà, e adesso incomincio un altro foglio.

Il nuovo foglio è il numero quindici. Vero, figlio…si o no?

Si, Papà!

15.

Bravo figlio; però devi scrivere il numero sopra a sinistra.

Papà, adesso lo faccio. Ecco, adesso l’ho scritto il numero 15.

Papà, scusami ma io devo andare al gabinetto.

Vai figlio, perché mi dici scusa? … è una cosa normale andare a fare i bisogni,

se no stai male. Su alzati e vai.

Si, Papà.

Figlio, ho visto che hai finito. Senti, non per sapere i fatti tuoi personali, che

cosa hai fatto, la cacca o la pipì?

Papà, ma che domanda è questa?

Tu, figlio…rispondimi!

Tutte e due, Papà.

Bene. Ti sei lavato le mani e ti sei pulito il culo? Si o no?

Si, Papà.

Solo acqua?

No Papà, con il sapone, perché se no puzzo di cacca.

Bravo figlio, hai detto la verità. Ora, quando andavi a bussare alle porte degli

altri, dove Io ti mandavo…lo sai che puzzavi di urina anche?

Si, Papà.

E tu cosa facevi lì?

Domandavo di lavarmi.

Bene, c’è stato qualcuno che ti ha respinto, dicendoti: “vai via, tu da me non

entri”; o in altre circostanze ti hanno chiamato barbone?

Si, Papà. E’ successo.

Aspettami che adesso vado li, e bastono.

Figlio, hai girato il foglio?

Si, l’ho girato, Papà.

Bene. Se tu vedi una persona con i capelli lunghi e la barba, che cosa pensi?

Papà, io posso pensare che sta più fuori che dentro. Cioè lavora fuori, e a casa

stà lui dentro.

Perché di così, figlio mio?

Perché, io prima quando lavoravo in ufficio avevo i capelli corti e mi tagliavo

la barba.

Senti figlio, quei due documenti che hai adesso con te, no la tessera di

identità infantile, porti nella foto la barba e i capelli lunghi?

No, Papà.

Bravo figlio, ma se uno ti rivede o ti incontra come fa a riconoscerti, se sei

diverso da quando vi siete lasciati?

Papà, io penso…che basta vedermi negli occhi e riconosce il mio spirito o

anima o il mio “IO”.

Bravo figlio, hai detto bene. Perché non è il vestito che si porta addosso e che

si può cambiare, ma è il dentro che vale.

Figlio, tu sai chi ha il potere di prendere il dentro e buttarlo nella fogna

perenne?

Si Papà, solo tu e nessun altro.

Bene. La risposta è esatta. Prendi un altro foglio.

16.

Hai preso?

Si.

Scrivi il numero sedici.

Ecco fatto.

Senti figlio; se io ho capito bene, hai la barba e i capelli lunghi, perché ti

servono per lavorare, in questo caso per me. Vero?

Si, Papà. Perché la barba mi ripara dal mal di gola o non sò chè, freddo ad

esempio, mentre i capelli lunghi mi riparano da sole, dal freddo, dagli insetti;

perché se una persona sta fuori di notte d’estate ci sono le zanzare o ecc…

Quindi, figlio, mio, è importante aver rispetto di sé come aver rispetto degli

altri. Vero?

Si Papà.

Ma tu, ti sei vergognato quando ti potevi lavare e non ti sei lavato?

Si Papà, dopo.

Vedi che Io ti educo?

E quando non ti sei vergognato, figlio?

Quando mi volevo lavare, ma non c’era da lavarsi.

Bravo figlio, perché lì vedevo anche l’altro, perché anche l’altro è mio figlio…

perché Io aiuto il giusto e punisco il non giusto. Ma quando vedo il falso

allora lì lo bastono.

Papà, posso dirti una cosa?

Si figlio, io ti ascolto.

Senti Papà, ultimamente ho visto un film…La passione di Cristo… (aspetta

devo girare il foglio

ecco fatto) …allora stavo dicendo, sai il film con il regista americano, che io

non conosco.

Aspetta figlio mio; come il regista americano che tu non conosci. Anche lui è

mio figlio, ed Io lo conosco molto bene. Spiegami, che cosa vuoi dire, non

conosci.

Si, Papà; perché io conosco solo chi vedo, o sento, o tocco reale…cioè, se io

vedo la persona reale, per me è già come se la conosco, per lo meno di vista.

Se io sento la voce reale, per me è già come se la conosco, per lo meno con

le mani che tu mi hai dato.

Bene figlio, ti seguo…continua.

Il regista americano, come tutti gli attori, o foto o immagini nelle vetrine

ecc.…sono per me niente…come plastica, o carta; perché nel caso in cui il

regista lo incontro casualmente in una piazza, e lo chiamo per nome, lui forse

si gira e mi saluta; ma non è lui che chiama me per nome o mi saluta, dato

che lui, prima di quell’incontro, non sapeva che io esisto o esistevo.

Bravo figlio, hai detto bene. Perché anch’Io riconosco tutte le immagini come

immagini, ma non come persone.

Quindi figlio, quando una persona parla con il telefono, cosa pensi…?

Aspettami, Papà devo prendere un altro foglio.

Ecco fatto numero diciassette.

Ho visto figlio. Bravo, continua.

Si Papà; perché con il telefono uno parla con un altro, e l’altro risponde

parlando anche con il telefono…ma alla fine hanno solo parlato con il pezzo

di plastica.

E tu figlio mio, come fai a comunicare con me?

Con il pensiero, perché tu sei il costruttore del “mio telefono”, cioè la mia

testa.

Giusto, figlio…continua, hai detto giusto, ma i tuoi fratelli o sorelle che cosa

pensano se tu gli dici, quanto tu adesso mi hai riferito con il “nostro

telefono”?

Se io dico ciò, mi danno del malato o pazzo.

E no figlio, perché per me sono i malati chi non vuole riconoscere il “mio

telefono” cioè il pensiero, perché io sono il vasaio, mentre il vaso siete voi…

Adesso rileggi con calma quanto oggi insieme con il “nostro telefono”

abbiamo scritto…e se vedi che manca una virgola…correggi perché Io vedo

anche quella.

Ciao figlio, sei stato bravo a dopo.

Si Papà, però adesso faccio un po’ di pausa. Posso?

Certo che sì! Ciao.

Ciao.

Papà sei lì?

Si figlio ti ho ascoltato. Fa bene suonare uno strumento musicale, vero?

Si Papà. Io ti ringrazio che mi hai dato questa possibilità, aspetta giro la

pagina…

Si perché, come tu sai, se tu mi dai tutto così facile, io alla fine non apprezzo

più niente.

Giusto figlio, ma tu non sei nato per suonare la chitarra di professione, vero?

Si, Papà.

Ma come lo hai capito?

Papà, la tua esperienza mi ha fatto capire. Non sono stato io.

Giusto figlio, però ho visto che con la musica ascoltandola o suonandola, ti

sei liberato di pensare, vero?

Si, Papà.

Perché, figlio?

Ho capito Papà, che tu hai dato all’uomo (ADAM) un regalo…dato che Adam

era solo e pensava tra se, (perché anch’io sono solo, come Adam era solo

anche):

a che serve aver tutto, quando non hai qualcuno con cui dividerla?

Bravo figlio, hai detto giusto. Tu puoi aver tutto, ma alla fine non hai niente,

perché non la comparti con nessun altro…solo con te stesso.

Vero Papà, ed è noioso così.

Cosicché, tu Papà essendo Dio, e a Dio è tutto possibile, hai fatto un regalo a

tuo figlio Adam.

Si figlio, racconta, perché?

Perché Adam ha parlato con te mentre sognava, e tu lo hai ascoltato; e il

giorno seguente Adam aveva accanto a sé Eva (LA VITA) …giusto Papà?

Si figlio, adesso è quasi sera…accendi la candela che hai davanti ai tuoi occhi.

18.

Papà c’è stata una pausa…ma adesso sono qui.

Si figlio, ho visto e ho sentito.

Papà, ma queste cose di Adam ed Eva non ho scritto io, ma è stato scritto da

chi tu hai mandato…cioè Io Sono anche.

Bravo figlio hai riconosciuto che colui o colei, prima o dopo di te, anche tu

sei, ed è. Questo sta scritto, prima che tu adesso sei.

Ma Papà, quanto tempo ancora bisogna aspettare, finché incominciano a

capire, ciò che “IO SONO” ho cercato di capire, ed ho trovato, perché tu mi

hai aiutato.

Figlio, ogni cosa ha il suo tempo. Chi non cerca ovviamente non può trovare,

perché il tempo delle persone Io non lo misuro con il loro orologio, ma lo

misuro in base al battito del cuore. Ognuno dovrà a fine battiti, darmi conto

di ciò che ha fatto. Se Io, tuo Padre Dio e Signore, dò la mia fiducia, e il figlio

o figlia mi volta le spalle e cresce in lui o lei la superbia, in questo caso

anch’Io non oserò porgere il mio orecchio al loro grido di aiuto.

Chi non ascolta colui che Io mando, in questo caso tu, figlio mio, o colui che

sarà, non avrò compassione.

Papà, io mi sono stancato di questo doppio gioco, ma a me non mi è

concesso di giudicare, dato che io sono anche giudicato da chi mi può

giudicare, dato che io sono anche giudicato da chi mi può giudicare, solo tu

Padre Mio e nessun altro.

Giusto figlio mio, … pertanto, non insistere ad innaffiare dove ormai la pianta

è secca ed è morta.

Grazie Papà del tuo consiglio.

Fai pausa, adesso.

Figlio scrivi, così quanto io, tuo Padre ti detto.

Si Papà.

Chi mette le mani nell’aratro e poi si gira indietro a guardare, non è più

adatto in eterno, ripeto in eterno ad entrare nel mio regno. Amen!

Figlio mi volevi confessare una bugia?

Si, Papà.

Dimmi, quale.

Ebbene nel film LA PASSIONE DI CRISTO, come prima sopra accennato, io

non ho mai costruito quel tavolo.

Bravo figlio, perché quel tavolo in quel periodo nessuno lo voleva.

Adesso Papà, ti chiedo per favore, che la smettano, una volta per tutte, di far

vedere immagini, o riviste, o scrivere libri non coerenti alla vita in cui si trova

a vivere, cioè bugie e assurdità fantasiose.

Figlio, farò Io di tutto che tu sarai contento.

Grazie Papà.

Hai lavorato bene figlio, buona notte.

Anche a te Papà, ciao.

19.

Scrivi, figlio!

Alzati, figlio!

Figlio perché non mi vuoi sentire?

Figlio cosa fai, vuoi stare ancora sotto le coperte?

Non rispondi figlio. Va bene; hai deciso di continuare a sognare. Ma tu non

stai sognando ancora niente, perché Io tuo Padre Dio Abba e Signore sa e

vede anche se tu sogni o non sogni.

Non mi vuoi ascoltare.

Adesso avrai come sogno ciò che io ti invio.

Ora figlio ti vedo adesso lì seduto e il tuo respiro è affannoso con spasimi,

vero figlio?

Si Papà, è vero.

Allora, lo sai perché?

Si Papà, perché sei tu che sei in me dentro, e mi inciti a fare ciò che è giusto.

Bravo figlio…cosa c’è figlio, ti stai agitando ancora di più?

Si Papà.

La scrittura non è più belle di prima ma incomincia ad essere irregolare.

Vero figlio mio?

Si, è tutto vero Papà.

Bravo hai detto la verità, adesso bevi un bicchiere d’acqua.

Figlio siediti.

Come va adesso? Vedo che il tuo respiro si è assopito e che il tuo corpo non

trema più di prima. Vero?

Si Papà.

Vedi, figlio mio, basta un bicchier d’acqua per calmarti. Tutto il resto che gli

uomini danno, non serve assolutamente a niente. E’ solo a scopo di lucro.

Tu hai avuto questi spasimi, prima di parlare con me, che sono tu Padre Dio?

Si Papà…aspetta un attimo…che vengo subito…e.…ho

19/1.

il numero del foglio scritto, e ho girato la pagina.

Bene figlio ho visto. Adesso vai in gabinetto, perché Io so che tu hai urgente

bisogno di farlo. Vero figlio?

Si, è vero. Sto andando.

Fatto Papà…adesso mi sto calmando sempre di più, e…

Figlio, vedo che la tua calligrafia sta diventando sempre più dolce.

Si Papà.

Allora figlio, se avessi scritto con le loro macchine da scrivere, come può una

persona dirti che sei nervoso o calmo. Ciò non è possibile, perché tu hai tutto

ciò che ti serve per comunicare. PAROLA DI TUO PADRE DIO. Amen.

Papà.

Raccontami figlio su…che cosa hai visto con i tuoi occhi da me a te prestati?

Papà, ho visto che coloro che portano le lettere, i postini, portano tante

lettere con sè, ma sono una buona parte messaggi pubblicitari o

corrispondenza commerciale.

Quindi figlio, ciò che hai visto è vero.

Si Papà, pertanto, se un addetto alle poste ha da imbucare ad esempio cento

lettere (o buste), circa ottanta di esse sono reclami o cose simili, e invece

venti sono pure lettere vere.

Come figlio mio, lettere vere, cosa significa?

Vera, per me, significa fatta a mano d’uomo o dita d’uomo come dovrebbe

sempre essere.

Ho visto che hai cancellato. Perché?

Perché Papà, chi scrive deve anche leggere e correggere.

Giusto figlio, ma non “correggere” dove è già corretto, se no è un falso.

PAROLA DI TUO PADRE DIO E SIGNORE.

Praticamente figlio se è vero così, l’ottanta per cento delle lettere è solo

“IMMONDIZIA” di carta. Vero, si o no?

19/2.

Papà ho lasciato per sbaglio una pagina in bianco…che cosa faccio?

Figlio, tutto bisogna scrivere, usa la testa…trova tu un sistema per mettere in

ordine senza falsare niente.

Si Papà, adesso ci penso.

La pagina dietro la chiamo, pagina 19/1.

Questa pagina la chiamo, pagina 19/2.

E poi la pagina in bianco la chiamerò pagina diciannove barra 3.

Adesso figlio, ritorniamo al discorso precedente sull’immondizia di carta. Qual

è la tua risposta, si o no?

Papà, la risposta mia è: SI!

Aspetta che vado a verificare e ritorno. Fai colazione. A dopo figlio.

Si, a dopo Papà.

Figlio su, sono qui di nuovo, … lascia lì la tazza de tee e siediti, che bisogna

adesso continuare a lavorare!

Eccomi sono pronto, Papà.

Bravo.

Papà scusami se ti interrompo, posso farti una domanda?

Certo che sì, dimmi.

Papà, se l’ottanta su cento lettere sono “IMMONDIZIA POSTALE”, ciò vuole

dire che anche l’ottanta su cento persone che lavorano, sono immondizia del

personale? È così, o sbaglio io a pensare?

Figlio, la verità la conosco solo Io tu Padre Dio e Signore, non tutto è buono

ciò che è buono; ma c’è anche del non buono che è buono.

Ho capito Papà, ma ho visto spesso, che altri fratelli consegnano la posta fino

all’ultimo piano dell’edificio, correndo su e giù. Mentre ho visto altri che

portano la stessa posta o cose simili, scendendo su e giù dalle vetture.

Aspetta, adesso prendo la pagina 19/3 che è bianca…

19/3.

…così, quanto noi scriviamo, Papà, la pagina alla fine non sarà più tutta

bianca.

Vai avanti figlio, e non perderti nel discorso, che è più importante delle tue

stupidate! Non fare lo scemo, figlio. Quì non stiamo giocando, quì stiamo

lavorando, perché Io tuo Padre Dio ho un fuoco dentro e non vedo l’ora che

incomincia ad ardere, punto e basta.

Scusa, Papà.

Ho visto Papà, che ci sono più macchine che biciclette, che utilizzano; tra una

consegna e l’altra, si fumano una sigaretta per poi buttarla anche per terra,

aspettando che poi sono gli altri a pulire.

Figlio, hai detto la verità.

Dimmi raccontami…

Papà, poi ho visto che chi viene a pulire, utilizza altri mezzi idonei alla pulizia

delle strade o vie, ma l’immondizia che sta sulle aiuole o piante, prati, lì non la

prendono, ma fanno finta di non averla vista.

Bravo figlio, hai visto bene!

Spesso ho verificato, altre persone, ben vestite adeguatamente per

mantenere l’ambiente pulito, i quali fanno finta di essere attivi anche loro, ma

la carta, o la sigaretta, o la plastica, o il vetro, o tutto lo “schifo loro” non lo

raccolgono, …eppure hanno tutti la pancia piena; sembrano come donne al

settimo mese di gravidanza.

Capirai che in alcuni punti, dove le vie si incontrano, tipo stazioni ferroviarie,

hanno creato sistemi di sorveglianza, i quali mi hanno proibito a me di farlo,

dato che l’immondizia stava anche di là.

Figlio hai detto la verità. Lascia tutto così come stà, non correggere più

niente, prendi un altro foglio, il numero venti…e a presto, che vado con il

bastone e torno.

Si Papà, faccio come tu mi hai detto.

20.

Figlio, siediti…avvicinati al foglio numero venti, prendi in mano la penna, su

osserva che il tuo pollice destro è macchiato adesso di sangue; … spiegami il

perchè, dato che anche il sangue è mio.

Papà, ebbene dopo che ci siamo lasciati nello scrivere, avevo pensato di

uscire un attimo fuori a sgranchire le gambe.

Prima, però ho messo un pò di ordine in casa e alcuni indumenti li ho messi

fuori, su uno stendino alla aria fresca a pieno sole.

Figlio, rileggi e correggi, che ci sono degli errori di ortografia.

Va bene. Adesso faccio.

Ecco fatto, Papà.

Continua nel racconto.

Dopo il mettere in ordine, sono uscito per vedere se i cerbiatti avessero

mangiato, quanto ieri sera avevo dato.

Ma figlio, se tu sei adesso alle dipendenze di altri miei figli, come tu puoi dire:

“avevo dato”?

Vedi che stai stai sbagliando, perchè tu non hai dato da solo ciò che hai dato,

ma avete dato.

Come Papà, non ti capisco.

Figlio, se tu con le tue mani dai ad altri, persone, animali, pesci ecc.…ciò che

gli altri ti hanno dato, Io che sono tuo Padre e niente per me rimane

nascosto, ho visto che gli altri anche hanno contribuito a compiere il buon

gesto; in questo caso, la sorella che ti porta le pietanze o così detti “viveri”

utili per vivere.

Giusto Papà, adesso ho capito…vado avanti con il racconto:

non vedendoli, mi sono messo in cammino dietro le loro tracce e

arrampicandomi sono arrivato fino al recinto.

Continua!

Sopra, c’è una panchina situata dall’altra parte della rete, che fa da recinto.

Dopo aver osservato, mi sono reso conto che il recinto attuale ha sostituito

quello precedente, fissato su dei piloni di cemento armato.

Non capisco, figlio. Spiegati meglio.

Il nuovo recinto ha delle tubature che fanno da pali su un basamento; mentre

il vecchio basamento, non è stato rimosso o eliminato, ma è stato

scaraventato verso il basso. Il vecchio basamento, costruito da cemento

armato, cioè con spranghe di metallo, si trova così esposto ed è un pericolo

per le persone e per chi stà là, cioè in questo caso i cerbiatti.

Rileggi, figlio, e correggi il testo.

Si, Papà.

Ecco fatto.

Continua!

Ho cercato di togliere una piccola parte, ma non mi è stato possibile, dato

che è ricoperto di neve e di cespugli.

Dopo aver fatto alcuni passi, ho notato che lì c’è una bottiglia buttata;

anch’essa non mi è stato possibile di toglierla, perché ormai “imprigionata”

dal gelo, piante e muschio.

Ora Papà, una cosa mi dà fastidio.

Dimmi figlio, ti ascolto.

Ebbene, io posso capire che adesso, non è il caso di lavorare come

giardiniere, il clima fuori non lo consente, ma chi è addetto ed è stato assunto

per mantenere questo piccolo spazio pulito, perché non lo fa?

21. (nuovo foglio)

E poi Padre, perché mettono delle panchine in un posto dove il panorama è

alle spalle di chi si siede?

Ancora figlio, racconta…dimmi tutto; sono quì con te.

Si, Papà.

Perché Papà, arriva colui che si siede, si beve ciò che lui voleva bere, butta i

suoi rifiuti dove si trova e non cambia lui il mondo, che è adesso un

immondo? …questi, che cosa vogliono? Che cosa stanno aspettando? Che

Gesù Cristo scende dalla CROCE a braccia aperte, e li abbraccia tutti quanti, e

si mette a pulire dove loro sporcano? Papà, io mi sono rotto i coglioni, di

questi cazzoni; io avrei voglia, con tutto il mio gran buon cuore, di dargli un

bel calcio in culo, e chiudergli per sempre la porta in faccia.

Papà ti prego ascolta la mia preghiera, fai tu, perché solo tu puoi fare, ciò che

a me non mi è concesso.

Bravo figlio, hai detto bene.

Scendo giù e gli faccio sputare sangue in eterno!

Adesso figlio mio, alzati…e ci risentiamo dopo il pranzo.

Si Papà.

Papà, scusami…posso correggere il testo.

Figlio certo che si, adesso però, lasciami lavorare.

Ciao.

Ciao.

Figlio ho visto che hai cucinato e pranzato, era buono?

Si Papà. E alla fine del pranzo ti sei preso come digestivo un bicchier d’acqua.

Si, è tutto vero, perché l’acqua da bere è stata suggerita da te dentro il mio

pensiero, mentre pensavo ad altro.

Bravo figlio, hai detto la verità. Secondo te, perché ti ho inviato questo

“MESSAGGIO” senza mandarti un postino?

Perché tu papà, sei colui che vede tutto, e quindi tu Padre mi hai mandato un

altro messaggio: come immagine una fontana situata nelle vicinanze di un

monastero.

Bravo figlio, perché prima l’acqua da bere, e poi l’acqua come fontana?

Tu figlio mio, prova a spiegarmi il perché?

*********** Cancellato, …aspetta… ecco adesso ti rispondo così, Papà.

Il bicchiere d’acqua è importante per la mia salute adesso; per questo il tuo

primo messaggio ha priorità.

La fontana “del monastero” è il tema di quanto adesso insieme a te scrivo,

cioè:

insieme, alla fontana “del monastero”, tengo presente tutte le persone che

andavano a riempirsi con quell’acqua le loro bottiglie o recipienti, perché

convinti che quell’acqua è santa.

Vai avanti figlio, il tema mi piace…continua a spiegarmelo.

Si Papà; se per loro l’acqua che bevono da quella fontana è santa, pensano

così anche loro di diventare santi, cioè puri dei loro peccati e arrivare poi ad

entrare nel paradiso.

E tu, figlio, che cosa pensi? E’ questa la via per entrare in paradiso? Si o no?

No, Papà.

E perché, figlio.

Perchè la via per entrare in paradiso non consiste solamente a bere l’acqua

pulita, ma consiste a pulire e a non sporcare l’acqua e tutto l’ambiente, fuori e

dentro.

Bravo figlio, hai detto bene. Chi pulisce con cuore, entra in paradiso, chi

sporca e non pulisce o vede e non reagisce…va buttato nel fuoco eterno.

Adesso, pausa figlio!

22.

Figlio alzati, e scrivi tutto ciò che io ti ordino!

Figlio cancella la parola…ordin…

Calmati figlio, prenditi un bicchier d’acqua.

Si, Papà.

Va già meglio, figlio?

Si Papà, va già meglio!

Ti vedo adesso più calmo. Bravo, ricominciamo di nuovo…e non cambiare il

testo. Capito!

Si, Papà.

Allora, figlio alzati, e scrivi tutto ciò e con calma. Abbiamo tempo ancora.

Bene.

Vedi, che ce la fai, figlio?

Si, Papà.

Ebbene, così io volevo che ti alzassi da dove tu dormi, perché oggi è la

conseguenza di ieri.

Il nostro lavoro di ieri sera ha avuto una pausa. Vero figlio?

Si, Papà.

Ora scrivi il numero, sopra a sinistra, del foglio.

Ecco fatto.

Che cosa hai fatto, prima di sederti.

Papà, ho preso le calze calde, che stavano sopra il termosifone, così come il

pullover (lì appoggiato) e mi sono coperto.

E i pantaloni?

Anche quelli, si è vero.

Vedo che porti indumenti che non sono per la tua taglia; perché figlio?

Papà, sono tutti indumenti che ho ricevuto bussando alle porte, ed ho preso

ciò che avevo in quel momento necessario.

I pantaloni ampi hanno più stoffa, cioè più materiale, e il corpo in movimento

con i muscoli si espande, per poi, in stato di riposo, si riposa.

Pertanto, se io avessi preso degli indumenti attillati alla forma del mio corpo,

cioè aderenti alla pelle, nel momento in cui mi trovassi a muovermi, avrei

avuto pressione, fra i muscoli e la stoffa stessa; cioè non idoneo e salutare a

me stesso.

Quindi figlio, se Io tuo Padre Dio, ti ho capito bene, tutti gli indumenti che si

stringono al corpo non sono salutari? Cosa pensi tu figlio, sì o no?

Si! Cioè gli indumenti stretti al corpo, creano più ******* (CANCELLO)

complicazioni al corpo stesso.

Bravo figlio ha detto, la verità.

Adesso fai colazione. A dopo.

Si, Papà. A dopo.

Papà scusa correggo gli accenti e le virgole. Posso?

Si, ma non le parole!

O.K.!

Figlio, hai fatto colazione?

Si, Papà.

Che cosa hai fatto, questa mattina di colazione?

Papà, come tu vedi tutto, tu lo sai già, cioè:

mezza fetta di pane, burro e miele.

1 tazza di tee alla mela.

Tutto quì, figlio?

Si Papà, ho detto la verità!

Si ho visto, ed è vero. Ora figlio mio, tu non sempre potevi permetterti una

colazione come oggi, e come facevi a farla, se tu non hai, e non vuoi avere i

soldi, … racconta!

Papà, andavo a bussare…ma non sempre, perché nei centri, o meglio nei

paesi, centri abitati, lì ci sono locali in cui già alla mattina ci si può fare

colazione.

Bravo…su racconta.

Ma…ecco, aspetta, che adesso devo un attimo pensare, Papà.

Figlio, pensa e prendi un nuovo foglio, il numero ventidue.

Si…-no, Papà. Il numero 23.

23.

Bravo figlio, devi verificare, perché se non verifichi come puoi tu capire se è

giusto o è sbagliato? Allora, scrivi il numero sopra, e andiamo avanti nel

discorso.

Ebbene Papà, tu lo sai che io ho sempre con me la BIBBIA, e leggendo i tuoi

comandamenti,

LIBRO: EXODUS 20

LIBRO: DEUTER…5

c’è il comandamento di non rubare.

Tu hai rubato figlio?

No, Papà. Io ho chiesto, o sono andato a prendere ciò che per me era

necessario, e facendo la fila come tutti gli altri “alla cassa” ho dichiarato che

non ho soldi o cose da pagare, ma ho fame.

Adesso figlio, rileggi e poi pausa…va bene?

Si, Papà.

Sei pronto, figlio?

Si, sono adesso pronto.

Figlio, tu hai scritto e hai accennato i “locali”; che cosa intendi per locali,

spiegami?

Papà, locali sono posti, in cui uno si può sedere, o mettersi in piedi

appoggiato su un tavolo, e consumare quanto si è preso dai banchi della

merce o cose simili.

Bravo hai detto giusto. Ma figlio un locale è anche un caffè locale o un locale

di un ristorante, hotel…vero?

Si, Papà…

Perché locare significa mettere insieme ad altri, come “Lì, trovi!” … è così

Papà?

Più o meno, figlio mio. Adesso pausa figlio, che la mia figlia, la sorella ti ha

chiamato…su vai.

Ciao.

Ciao, a dopo.

Figlio, ciao, dove sei stato?

Papà, sono stato da “Marta” e “Maria”…

Come, da “Marta” e “Maria”, non ti capisco? Spiegati chiaro, quando parli tu

con me!

Si. Adesso, … ecco avevo appena finito di scrivere nella pagina, quando ad un

tratto è arrivata la sorella, che vive nel piano sopra, e mi ha invitato a salire da

lei. In quel momento, gli ho risposto: “vengo.” Cosicché, mi sono alzato dalla

sedia, e il cappello di visone, così come la pelliccia, la sciarpa che indossavo in

quel momento, li ho appesi sullo schienale della sedia, in cui adesso scrivo.

Come figlio, tu ti vesti per scrivere, con la pelliccia, il cappello, e la sciarpa

“CHASMIER”. Papà, scusami come si scrive “CASCHMIR”?

Come tu vuoi, figlio, … continua, che adesso diventa interessante.

Ebbene, Papà, se io scrivo, non muovo il corpo. Ma solo un braccio, e tutto il

resto no. Per poter scrivere, devo essere sano e non con il raffreddore, se no

come potrei pensare giusto, se la testa sente freddo? O meglio; se il corpo, da

te a me prestato, non lo copro adeguatamente?

Bravo figlio; hai risposto giusto, perché chi in quel momento arriva, e ti trova

così come eri vestito, pensa che tu non sei normale.

Papà, perché dici questo?

Figlio, io ho fatto anche “Marta” così come “Maria” … e so che cosa pensano,

e aspettandoti “Maria” … e sò che cosa pensano, e aspettandoti hanno

riferito, o meglio ha riferito.

Nuovo figlio, adesso…su prendilo, figlio. Num_

_ero VENTIQUATTRO

Giusto? Si, o no?

Si Papà.

Scrivilo sopra a sinistra.

Ma Papà, è stato scritto non con un numero a caratteri, ma con lettere

dell’alfabeto. Va bene anche così? Papà?

Si figlio, continua nel racconto, adesso!

Pausa.

Ecco…prima di salire toltomi, quanto era superfluo…mi sono ripulito,

pettinato e profumato.

Come figlio. Profumato?

Si Papà, mi sono profumato sulle guance e un po’ sul corpo.

Come figlio, tu non hai il profumo. Perché mi racconti una bugia? Io amo solo

la verità!

Papà, io mi sono profumato, con alcune gocce di limone…e per me è un

profumo.

Capirai, che nel passato ho speso “una fortuna” per comprare dei profumi al

“limone” … adesso riconosco, che quel profumo “comprato” era superfluo.

Avessi speso quel denaro a comprare il limone, avrei avuto un miglior

profitto; cioè:

1. Profumo naturale.

2. La buccia di limone per pulirmi le gengive, e togliere lo “sporco” (resti) dai

denti.

3. I semi, per poi metterli in un sacchettino, e una volta fuori, in mezzo alla

natura, piantato la pianta.

Ma figlio mio, crescono i limoni dove stai tu?

Questo non lo sò, Papà, perchè sei tu che decide cosa far crescere e non io.

Giusto, hai detto la verità. Ora figlio…io sò che in passato hai raccolto da terra

delle albicocche.

Si Papà, questo in Germania, cadute da un albero, i quali rami porgevano una

parte verso il marciapiede.

Gira la pagi_

_na. Fatto!

Quindi figlio, tu hai pensato…se cresce l’albicocca in Germania, cresce anche il

limone. E’ così? Si o no?

Si, padre, è così.

Bravo, hai detto la verità.

Allora Papà, perché fanno venire ciò con i loro mezzi di trasporto (aeroplani,

treni, tir, ecc ) la frutta da paesi lontani, quando quella stessa frutta può

crescere nel giardino vicino?

Figlio, perché loro non cercano il bene, “BENE”; loro cercano il bene per loro,

a danno di altri. Io, essendo Dio Padre Supremo, valuto anche questo.

Allora Papà chi pensa di essere furbo, non è furbo ma è scemo?

Giusto, figlio! Ti sei spiegato adesso chiaro!

Ritorna al discorso su “Marta” e “Maria”.

Dunque…hum…ah…dopo essermi “profumato”, mi sono cambiato

adeguatamente indossando un “pullover” di pura lana, datomi in precedenza

attraverso “corriere” o meglio consegnato attraverso un “corriere”, ma

ricevuto dalla madre di “Maria”.

Figlio, perché nomini il nome “Maria”; tua sorella ha un altro nome.

Papà, io sò che tu tutto sai, perché sei tu che fa crescere colui o colei che

scelgono un nome ai propri figli. Io voglio così rimanere, e non nominare

nomi d’altri, perché non ho avuto l’autorizzazione.

Come autorizzazione? Figlio, spiegati meglio!

Ebbene, io non voglio favorire nessuno o mettere in evidenza, nel nostro

“rapporto scritto” con il loro nome, dato che vedo l’altro, come se fossi io,

cioè: Io Sono, con un altro volto.

25.

(Foglio nuovo)

Si, io non cerco la gloria mia, ma io cerco la gloria tua, perché tutto ti

appartiene.

Per questo niente rimane nascosto ai tuoi occhi, perché tu hai fatto “Marta” e

“Maria”, così come la mamma di “Maria” ….

Allora figlio, perché hai nominato il nome “Maria”?

Papà, io ho preso, come esempio un passaggio biblico del nuovo

testamento…

Su…racconta…continua e non fermarti.

Si Papà, … in cui Gesù Nazareno stava a casa di Marta, e Maria ascoltava

quanto tuo figlio Gesù raccontava, ma Marta era tutta presa dalle faccende

domestiche.

Io essendo stato invitato da Marta, sono stato lì a far tuo portavoce anche per

lei, ma lei ha preferito il superfluo. Io penso, che chi si perde nel superfluo, si

perde. Mentre chi si ferma ad ascoltare non si perde. E’ così, Papà?

Si figlio, ma c’è chi ascolta l’utile, e chi ascolta l’inutile.

Papà, tu valuti anche questo, vero?

Si figlio, tu hai detto la verità. Io valuto, l’utile e l’inutile; adesso guarda nella

BIBBIA, il messaggio nel Vangelo su “Marta e Maria”.

Io sò che non sei molto sicuro, che pensi forse di aver invertito i due nomi.

Figlio, guarda! Per questo c’è la BIBBIA, anche per vedere, quando non si è

sicuri di scrivere o di dire.

Faccio, Papà.

Figlio hai guardato?

Si Papà. Ho guardato. Figlio hai scritto giusto?

Si, Papà…ho scritto giusto. Tutto stà ben spiegato nel Vangelo secondo Luca

10/38-42.

Bravo, figlio hai detto giusto. Ora io valuto anche sè ha senso perdersi nel

superfluo…perchè anche ciò si può evitare…o meglio risparmiare.

Ho capito Papà. Grazie

Prego. Adesso figlio fai pausa e pranzo. A dopo.

A dopo.

Papà, oggi è il 28 Gennaio e sabato? Giusto?

Figlio, perché me lo domandi a me, se tu lo sai?

Papà, perché io non ho un calendario di quest’anno 2017, ma in cucina c’è un

calendario del 2011.

Figlio, vuoi dirmi qualcosa?

Si Papà, se io visito chi mi invita e faccio il tuo portavoce, è possibile per chi

non crede, che pensa che io sono “SCHIZOFRENICO”.

No figlio, perché lo “SCHIZOFRENICO” per me è colui che pensa di essere

sano.

Il malato è per me, lo schizofrenico che pensa male dell’altro, il quale non

crede o fà finta di credere e si sente dottore.

Tu figlio, sei più sano di un pesce morto, perché non avendo un calendario,

un orologio che funziona, ti trovi solo, ma mantieni un equilibrio mentale e

fisico; altrimenti, dopo più di 20 giorni come avresti potuto essere, come tu

sei adesso?

Una persona che soffre di “SCHIZOFRENIA” non avrebbe avuto quell’ordine e

quella pulizia intorno a sé. Questo si può notare anche come è la sua

calligrafia.

Sono Io che giudico, e sono sempre Io che decido a chi mandare il dottore

“VERO” e non il dottore “FALSO”.

Pausa figlio…e vai a mangiare.

Scrivi figlio! Vieni e siediti, figlio! Hai lavato le calze?

Si, Papà.

Ho visto, perché incominciavano a puzzare, e tu non devi aspettare finché gli

altri te lo dicono, vero?

Si, Papà.

Hai usato il sapone?

Si Papà, ma solo poco; un po’ di saponetta e poi acqua calda

26.

e fredda.

Giusto!

Adesso cosa devo fare, Papà.

Scrivi sopra a sinistra il numero del foglio.

Faccio. Aspetta che prima guardo…guardato.

Numero, sopra scritto.

Adesso rileggiamo insieme, tu ed Io, quanto oggi abbiamo scritto. O.K.?

Si, Papà!

Papà, se c’è una virgola da aggiungere/da togliere, o un accento che manca,

io lo correggo.

Si fai figlio, ma non il testo, se no è un falso.

Sai figlio, chi compone la musica, correggono sulle note musicali, o meglio

sugli spartiti musicali, anche loro, ciò che manca o che suona male. Un po’

come fai tu.

Va bene ho capito, Papà.

Pausa.

Si figlio, fai la pausa con le sorelle.

Papà?

Si, figlio?

Ti voglio bene!

Anch’io. Ho sentito e ho visto.

Papà, che cosa devo fare adesso?

Leggi la pagina davanti ai tuoi occhi, la numero ventisei.

Si, e poi?

Correggi; se c’è una lettera scorretta, non cancellare così, ma fai un rigo o

così -, o così /.

Capito, figlio mio?

Si, ho capito. Rileggo solo pagina 26.

Lascia tutto così come è.

Ripeto, lascia tutto così, come sta. Ciao.

Ciao, Papà.

Figlio, alzati da dove stai dormendo, perché il racconto non è ancora finito…

su.

Ecco Papà, buon giorno; sono pronto a scrivere .

Bravo, e buon giorno anche a te!

Metti i fogli un po’ in ordine.

Si, adesso faccio.

Fatto Papà.

Bene, oggi è domenica, il mio giorno…? Vero?

Si, Papà. Precisamente il 29 Gennaio del 2017.

Giusto. Perché stai lavorando come scrittore, se Io come tuo Padre ho

dichiarato la domenica, giorno santo e di riposo?

Papà, giorno di riposo o giorno santo, io intendo come dedicarsi a pensare,

se durante i giorni precedenti mi sono comportato onestamente, seguendo il

tuo cammino nel bene, evitando di far del male al prossimo, cercando anche

un buon consiglio, porgere l’orecchio e di parlare quando bisogna parlare, e

di tacere quando bisogna tacere.

Figlio, in poche parole, la domenica è il giorno per far un riassunto della

settimana, per poi non ripetere nei giorni seguenti gli stessi errori, dei giorni

passati.

Quindi, lavorare di domenica, dando la possibilità al corpo di riposarsi, o

meglio, di far prendere “ARIA” da respirare, è positivo, figlio?

Si Papà, io penso così.

Giusto, figlio!

Papà, ma se una persona già nel sabato sera va alla ricerca di locali “notturni”

o fa baldoria a casa sua (solo o non solo), o a casa d’altri, per poi ritirarsi nel

pieno della notte o addirittura nel mattino seguente a dormire, come fa a

dedicare la domenica per una “RIFLESSIONE PERSONALE” se non è chiaro con

la testa?

Hai detto giusto, figlio. Chi semina erbacce, non avrà altro che mangiare

erbacce; mentre chi semina erbe, mangerà le erbe. (nuovo foglio…)

27.

(nuovo foglio, Papà)

(bene, figlio)

Allora Papà, chi scappa, scapperà in eterno come un fuggitivo; mentre chi si

ferma, si riposerà in eterno ed avrà la pace.

È così?

Si, figlio.

Ora figlio, ho visto che durante la notte ti sei per un attimo alzato a far la pipì

e a prenderti un pò “MEDICINALE NATURALE” ginger o ingwer…per la gola.

Vero?

Si, tutto vero.

Bravo.

Papà, ma nel termosifone del bagno avevo messo a riscaldare alcuni

indumenti, e di notte sentendomi un po’ fresco, ho fatto il cambio con ciò

che indossavo.

Giusto, figlio…e poi.

Ho fatto tutto, senza accendere la luce.

Come al buio…e non sei andato a sbattere contro il muro, o la porta…o non

so ché?

No, Papà…perché la luce mi avrebbe disturbato nel ricoricarsi sotto le

coperte, perché abbagliato da essa.

Non capisco. Spiegati meglio!

Si; io durante il sonno e prima del sonno, nel mio pensiero, ti ho domandato

di aiutarmi, per porre un “TEMA” scritto.

Si…il tema sull’elettricità…e poi, il tema sui “PASSEGGINI”.

Giusto figlio; sei stato bravo, perché Io sono l’autore del racconto, dato che a

me tutto mi appartiene, e tu sei il figlio “SCRITTORE “, … pausa, fai colazione e

poi scriviamo insieme.

Si Papà!

Sono qui e giro il foglio. Fatto.

Ho visto, figlio.

Figlio, ho visto che prima di far colazione, hai riletto il testo oggi scritto, ed

hai aggiunto alcune virgole o lettera che, nello scrivere, hai saltato.

Si Papà, è vero…ma non ho corretto tutto.

Figlio, quante volte ti ho detto di non toccare? Ma, che sei diventato

testardo?

No, Papà. Scusa.

Io, ti scuso, ma non farlo più da solo, ma lo facciamo insieme, tu ed Io,

quando te lo dico Io. Capito?

Si. Chiaro e tondo!

Bene. Hai fatto la colazione?

Sì.

E poi?

Messo un po’ in ordine, come è di consueto, e dopodiché una bella sbarbata,

ma solo una “spolveratina” alla barba (pettine e forbice) …e alla fine, per

completare, una doccia calda.

Ottimo; hai detto la verità. Me mentre tu facevi, in quel momento pensavi

ininterrottamente; a che cosa?

A quanto ancora dovrei scrivere, perché non siamo ancora alla fine.

Vero Papà?

Si. Vero! Allora…il discorso della o sulla colazione di ieri, Io lo trovo ancora

aperto…concludilo, su!

Papà, come tu sai, come tu vedi, ho notato che molti, si siedono e si fanno

servire (o si servono da soli al buffet) delle colazioni esagerate.

Come esagerate; tu figlio, non hai diritto di giudicare, ma solo Io giudico.

Si Papà, questo io lo sò già; ma le colazioni sono “non vere colazioni” a base

solo caffè, o tee con pane burro e marmellata, ma sono come dei pranzi o

meglio, banchetti “Nunziali”…tutto in abbondanza: latte, caffè, miele, uova

lesse, burro ecc…

(nuovo foglio)

28.

I commensali, cioè i clienti o meglio chi la riceve, consuma solo una parte

d’essa, provando, mordendo o assaggiando un pò di tutto, per poi lasciare i

resti, una parte su tavolo o avvolte si fa portare un sacchettino dal

“CAMERIERE”, e dopo aver pagato, o fumato (chi stà fuori sui tavolini) e

buttato la sigaretta per terra, se ne va.

Rileggi, figlio!

Ho detto rileggi…ma la virgola, se manca, mettila. Non correggere ancora il

testo.

Si, Papà.

Ebbene figlio, che cosa c’è di male? Sei invidioso? L’invidia è l’origine dei

peccati.

Sono Io che decido, e non tu!

Papà, io non sono invidioso…ma quando vedo, questo spreco in abbondanza

e penso al mio stomaco o a chi ha fame, mi veniva quasi da piangere.

Figlio, ma Io non ti ho lasciato morire di fame, perché se no oggi, come ieri,

non me lo avresti raccontato.

Allora Papà, perché tutta questa mia sofferenza?

Perchè, Io tuo Padre, ti ho mandato per verificare no te, dato che ti conosco,

ma per valutare gli altri come si comportano se vedono un “morto di fame”

tipo te.

Il tuo lavoro era di creare lo stimolo della carità vera cristiana; cioè vedere, chi

veramente aiuta il prossimo quando ha bisogno.

Io lo sò, che il tuo compito non è uno tra i migliori nel mondo in cui vivi, ma

solo così, Io essendo tuo Padre, riconosco chi veramente ha cuore nel darti, o

è un falso cuore che non dà, ma ti respinge.

In alcuni casi, tu mantenendoti rispettoso, hai chiesto a voce alta, se c’era

qualcuno disposto ad offrirti quanto tu necessavi per mangiare.

Bene, chi ti ha sentito e ti ha dato; male, chi ti ha sentito e non ti ha dato.

Ho capito, Papà.

Papà, posso insieme a te correggere il testo, e dopo far una pausa?

Si.

O.K.

Figlio, siediti sei nervoso, stai fermo. Ho visto che hai pranzato, pasta?

Si vero, ma questa volta non ho cucinato; ma è la pasta che ieri sera la sorella

mi ha dato.

Com’era?

Buona, con olive tagliate a fettine, peperoni, cipolla, pomodoro, olio e poi

panna e sale.

Giusto. Hai aggiunto qualcosa?

Si, un pò di pepe.

Bravo figlio, hai detto la verità. Dimmi figlio, perché hai mangiato oggi, ciò

che ieri la mia figlia ti ha dato?

Papà, ieri sera sono rimasto “leggero”, perché la panna, pasta, cioè questa

buona pietanza di adesso, mi avrebbe forse disturbato nel sonno.

Come figlio, non ti capisco. Spiegati meglio!

Papà, io sono io, e la sorella essendo anche in “buona fede” non sa come io

mi conosco; perché non me lo ha chiesto, ed io non ho risposto o meglio

riferito.

Avanti…figlio.

Ora, se io mangio bene ma pesante per lo stomaco da digerire, essendo poi

coricato, non avrei consumato tutte quelle calorie con il sudore o il

movimento del giorno, ma sarebbero rimaste in corpo a riposare.

Allora, mi sono chiesto: a che cosa serve, questo cibo con una quantità di

calorie molto alta, se il mio corpo alla notte ha bisogno di riposo e

tranquillità?

Giusto figlio! Hai detto la verità! Adesso prendi un nuovo foglio.

29.

Figlio, molta gente o meglio molti dei miei figli mangiano, quando non

dovrebbero mangiare, cioè quando il corpo non ha bisogno…mentre altri dei

miei figli fanno delle diete, quando invece dovrebbero mangiare; altri miei

figli, si astengono a bere e a mangiare, come se fosse un segno di penitenza

e di riconciliazione con il credere, ed essere fedele a me, che sono Dio Padre

Supremo di tutto e di tutti.

Io, essendo colui che tutto vede, vedo che poi a tarda notte, si ritrovano tutti

insieme, e fanno banchetti, riempendosi la pancia, per poi di giorno

digiunare.

Ora figlio mio, siccome Io amo come te tutti, valuto anche questo. Chi pensa

che con un digiuno “forzato” entra nel mio regno, si illude; perché non è il

digiuno e poi la abbuffata che ti permette di entrare attraverso la porta

stretta, ma è il sapere riconoscere la falsità e l’ipocrisia e combatterla con il

cuore e il rispetto comune, senza imporre o fare i sapientoni con gli altri. Ma

Papà, questo stà tutto spiegato nel libro della Bibbia “JESUS BEN SIRACH”.

Giusto figlio!

Allora Papà, se tu hai mandato prima di me il mio fratello Jesus Ben Sirach,

(che Io Sono anche), e loro non mettono in pratica, è come dire darsi la zappa

sul piede.

Giusto figlio, bisogna saper leggere e informarsi, e non rimanere pignoli e

“cocciuti” escludendo i buoni consigli del passato.

Chi si mette in mostra, sarà, umiliato; mentre chi si umilia, sarà messo in

mostra! …

Ma ricorda figlio, umiltà e non falsa umiltà…perché Io sono il costruttore

“INGEGNERE” e non voi!

Pausa, perché nel prossimo tema, figlio, mi volevi parlare un po’

dell’elettricità, vero?

Si. Vero!

Pausa adesso.

Figlio la pausa è finita; hai visto che ti faccio contento?

Si Papà, gli uccellini cantano, lo scoiattolo si arrampica, e il sole mi riscalda le

gambe.

Giusto, ma adesso si va avanti nel lavoro.

Ho notato che spesso vengono accese delle luci di giorno dove c’è la luce del

sole; mentre dove ci deve essere il buio, non c’è buio ma luce.

Spiegati meglio!

Ho notato centri abitati, e centri poco abitati, città e paesi. In alcuni paesi

sono state costruite delle strade che dalla strada principale vanno a

congiungere delle case singole, lontane e isolate dalle altre. Queste strade

hanno, essendo non trafficate, un sistema di illuminazione notturno

eccessivo, superfluo e spesso moderno, non reale alle circostanze della notte.

Figlio, vai avanti.

Di giorno il traffico non era intenso…ma di notte non c’era traffico…ma la

strada era più illuminata rispetto tutte le altre.

Ora io mi chiedo, a che cosa serve tutto quel lavoro e spreco di materiale, sè

non è utile?

Figlio, Io giudico, non tu! Ma per farti contento la risposta è la medesima:

scopo di lucro, a danni di chi veramente fa fatica a risparmiare.

Posso dirti ancora qualcosa?

Si, raccontami…sei lì per questo… (prendi un nuovo foglio)

30.

Un foglio figlio, e non due.

Scusa.

Avanti, e scrivi il numero, adesso a destra.

Ecco fatto.

Continua!

Stavamo pensando sul tema elettricità…a ecco, adesso mi viene in mente.

Spesso ho visto sistemi ad elica “tipo mulini a vento” che girano quando c’è il

vento per produrre l’elettricità, come una dinamo di una bicicletta. Se la ruota

non gira, la lampadina rimane spenta; se la ruota gira, si accende la

lampadina!

Poi ho osservato che lo stesso pilone “a vento” girava anche quando non

c’era un filo di vento…e lì mi sono chiesto: come fà a girare, se il vento, tu

Padre, non lo avevi mandato?

Figlio, hai visto bene con i tuoi occhi, perché lì c’è la bugia, cioè l’inganno.

Grazie figlio che hai trovato modo di illuminare la bugia, perché la bugia ha

sempre le gambe corte.

Padre poi ho visto un sistema simile al pilone a vento ma con un altro

elemento, cioè l’acqua.

Avanti…spiegami.

Nelle località di montagna, spesso —- (cancellato) …

Ho visto, avanti!

…tra un lago superiore e l’altro lago inferiore ci sono dei tubi che collegano i

due laghi e sotto la centrale elettrica.

La centrale elettrica, attraverso le “turbine” in basso, utilizzano la forza

dell’acqua che cascando viene canalizzata e fa girare le turbine, che anch’esse

funzionano da dinamo. L’elettricità prodotta viene raccolta via cavo su dei

accumulatori i quali, poi attraverso dei trasformatori, la trasformano da

elettricità alta tensione a elettricità a bassa tensione.

È così Papà?

Più o meno…! Avanti!

Ora, se loro si prendono quanto tu gli dai, cioè: l’acqua della cascata, (che una

volta si poteva vedere, e ammirare la bellezza della natura, che tu gli avevi

dato)

Figlio, pensa…dopo si corregge.

…e poi mandano a chi inducono, la fattura…cioè, inviano le fatture per il

consumo elettrico, quando in verità tutto viene dato da te, senza una

fattura…

Poi…perché io, nato dopo, invece di vedermi davanti ai miei occhi “una bella

cascata”, vedo dei “brutti tubi” arrugginiti?

In poche parole, perchè a me mi è concesso di vedere il loro “brutto” e il

bello è nascosto?

Figlio, perchè mi fai le domande quando le risposte le conosci? Lo sai! Su

dillo, scrivi…

A loro, vedono che è giusto rovinare, poi sputare sopra a chi tutto appartiene,

e poi pretendere per ricominciare come una ruota che gira sempre.

Giusto, risposta esatta. Figlio.

Papà, se nella ruota si fora la gomma, che si fa?

Si cambia con una nuova gomma, o si tappano i buchi in quella vecchia?

Figlio, ancora una domanda, dove tu sai già la risposta!

Naturalmente; si prende la la ruota vecchia e si tappano i buchi, perché solo

questa ruota hanno, e nient’altro si meritano.

Grazie Padre per la tua conferma!

Prego figlio…adesso correggiamo insieme il testo scritto.

Prendi figlio un nuovo foglio!

Ma Papà, c’è ancora spazio, due dita ancora!

Bravo figlio, hai detto la verità.

Adesso però non c’è più tanto spazio libero…

Prendi un nuovo foglio, il numero trentuno.

31.

A sinistra o a destra?

Adesso a destra.

Faccio, scrivo sopra a destra 31. Fatto.

Bravo, e pausa adesso.

A dopo a do cancella!

Fermati!

Figlio scrivi!

Si.

Ti ho visto sei stato a fare una visitina dalle mie figlie, cioè le sorelle…tue.

Concentrati, accendi la candela.

Correggi e cancella…ricominciamo.

Devi essere, figlio mio, sempre cortese ma non falso, perché Io, tuo Padre Dio,

ascolto anche loro come anche te.

Bravo.

Qual’è il prossimo tema che tu figlio mi volevi dire?

Papà, il tema dei passeggini, cioè dove le mamme, o meglio anche i papà

portano così a spasso i “loro” figli.

Figlio, perchè hai scritto i “loro” figli così e non così: i loro figli?

Perchè loro di loro non hanno niente, è solo tutto da te a loro prestato.

Giusto, hai detto la verità. Io valuto come loro si comportano con il mio

“LORO”.

Ho notato, che i passeggini ormai sono più importanti di chi deve essere

dentro. Tutti e sempre più grossi e robusti, con cinture di “sicurezza” fino

anche 4 punti di fissaggio, materiali non adeguati per il freddo, con delle

coperte sintetiche.

Questi miei piccoli fratellini rischiano di morire per il freddo, perché essendo

piccoli, non hanno imparato ancora a camminare. I genitori o chi li sostituisce

non usano portarli dentro i loro cappotti e mantelli, perché indossano tutto

aderente al corpo. Cosicché la temperatura del neonato, cioè il suo corpo non

viene riscaldato e rischia così di morir di freddo dormendo. Alcuni figli, già

più grandicelli piangono e urlano come per avvertire il pericolo.

Avanti figlio, tutte queste cose le vedo anch’io…

Se tutto va bene, il bimbo cresce ma l’amore invece diminuisce.

Che cosa vuoi dire?

Il contatto con questi “mezzi di trasporto”, cuccette passeggini…sedie…fa

allontanare il contatto familiare fra mamma e figlio, o papà e figlio, o

nonno/nonna e nipote, perché rimane solo un contatto lontano.

Come lontano? Non capisco, spiegami.

Lontano tra il corpo, o meglio il contatto fisico tra l’adulto e il più piccolo. Il

piccolo, crescendo riconosce gli odori che durante i suoi primi tre anni

determineranno una grande parte della sua vita, ma gli odori non sono gli

odori del papà con la sua pelle o sudore, o della sua mamma per esempio,

ma sono odori industriali, con rumori e vibrazioni di mezzi e non vibrazioni di

chi si prende il proprio figlio nel petto stretto, e sente il cuore che batte, e il

respiro.

Rileggi, figlio!

Si, Papà.

Figlio, correggi! Ci sono degli errori di pensiero.

Ho letto, ho visto e adesso faccio.

Fatto.

Allora?

L’amore non fa così le radici come una pianta robusta, ma fa le radici come se

fosse una pianta malata, fragile e quasi secca.

Quando il figlio (o figlia) cresce, l’albero dell’amore tra papà/(mamma) e

figlio/(figlia) non rimane fisso e forte nel terreno, e la famiglia crolla, come se

crollasse una casa dal terremoto.

Io mi sono chiesto, a che cosa porta tutto ciò; e tu Padre Dio, in una notte di

sogni, me lo hai suggerito.

Nuovo foglio, continua…

32.

Si Papà, foglio 32 a destra.

Tu mi hai aiutato a cercare o meglio a trovare la risposta, cioè: LUCRO!

Abituare già i piccoli figli ad ascoltare le vibrazioni della strada, dato che i

passeggini “rotolano” sulla strada, per poi far nascere il sentimento di

comprare, una volta ragazzi, la vettura, per poi rotolare o meglio continuare a

rotolare con gli stessi odori dell’infanzia.

Rileggi e metti le virgole.

Si.

Fatto.

Giusto…e dove vuoi arrivare nel discorso? Su, concludi!

Papà, adesso concludo; i figli comprandosi l’autovettura, pensano così di

ottenere quell’amore dell’infanzia che non c’è mai stato vicino, ma è stato

sempre lontano…quasi irraggiungibile.

Figlio, non ti sembra di esagerare?

No Papà, perché io vedo; ho visto le croci adiacenti alle strade, le croci sui

muri nelle loro case e le croci nei cimiteri.

Avanti figlio! Adesso ti capisco meglio. Bravo, racconta!

Invece di abbellire l’ambiente con il bello che tu gli hai dato, loro

abbelliscono con il “NEGOZIO” delle croci.

In poche parole hanno trovato un sistema come poter guadagnare con le

disgrazie, attraverso il simbolo della croce, cioè Cristo Gesù, colui che è

risorto per causa tua, papà, ma non per fare sulla terra il “NEGOZIO” delle

croci, ma per porre fine al male di chi specula o favorisce…il male stesso.

Figlio, hai detto giusto! Io detesto qualsiasi forma di falsità e ipocrisia.

Proprio una banda di ipocriti!

Figlio, Io giudico! Non tu!

Scusa Papà, ma io scrivo il vero e non il vero falso.

Sei scusato figlio.

Adesso fine figlio. Hai fatto un bel lavoro.

Papà scusa, lì nella stanza in cui dormo, tu sai, un foglio appeso dietro la

porta lo devo numerare?

No figlio! Metti un segno dietro sotto a sinistra, così come una stella. *

La stella di Davide?

Si, quella.

Gli altri due fogli attaccati sullo specchio?

In uno fai due stelle, e nell’altro foglio tre stelle.

Fatto, Papà.

Bravo, hai ancora domande, figlio?

Si!

Quale!

Papà, il foglio scritto in tedesco vicino alla “LORO” Bibbia, che cosa faccio?

Perché dici “LORO” Bibbia, figlio?

Papà, perché in quella Bibbia hanno messo su ogni pagina dei commenti,

come delle spiegazioni.

Figlio, quei commenti non ci devono essere. È come dire: tu scrivi un libro, e

l’altro lo vende con i suoi commenti aggiunti presentando il suo nome.

Per me è un furto. Papà.

Si figlio, è un furto e una truffa.

Quel foglio lascialo così.

Va bene. Ciao Papà.

Ciao figlio.

Papà, io ti chiedo come tuo figlio, che niente di quanto quì scritto sarà tenuto

nascosto, e che tutti, ripeto tutti di questo mondo, adesso e di domani,

vengano a conoscenza del testo, delle parole, di quanto tu Papà sulla verità,

per la verità desideri, come io stesso, venga fatto; senza escludere nessuno, in

tutte le lingue parlate, presenti e future.

Figlio mio, così sia, come noi, tu ed Io, sarà fatto, nel bene di tutti.

Amen! Tuo Padre.

33.

Figlio alzati, che il libro della verità non è ancora alla fine.

Papà, lasciami per un attimo stare, dove adesso stò. Grazie.

Figlio, alzati che bisogna andare avanti. E’ lunedì mattina, e tu stai ancora

sotto le coperte?

Papà, fammi pensare a cosa devo scrivere, quì sotto le coperte.

Figlio, chi non lavora non mangia. Se non ti alzi non arriva niente da

mangiare…

Papà, stanno bussando alla porta. Ho detto: “avanti, entra!”

Ho sentito figlio, e ho visto che è la tua sorella, la quale ti vuole invitare, a far

la colazione insieme.

Su raccontami figlio…

Aspetta Papà…

A dopo.

A dopo.

Figlio sei ritornato?

Si, Papà.

Grazie, che mi stai aiutando.

Come, figlio? Non ti capisco! Non sono Io che ti stà aiutando direttamente,

ma è la tua sorella “Maria” che ti sta’ aiutando!

E’ vero, Papà, perché in tutti noi abbiamo “Maria”, cioè chi si siede e ascolta…

e anche “Marta”, cioè chi non si siede, ma indaffarata nelle vicende

quotidiane.

Figlio, tutte e “DUE” sono importanti, perché anche tu puoi essere “Maria” ciò

che attentamente ascolta…, ma puoi essere anche “Marta” ciò che organizza.

Si Papà, è buono essere entrambe le persone, sempre adeguandosi alle

situazioni del momento, perché ogni passo segue l’altro passo.

Papà, ho dimenticato di scrivere il numero della pagina. Numero o stelline

“stella di Davide”?

Figlio numero…33…sopra a destra, e poi freccia sotto.

Ecco fatto. Papà!

Ho visto. Fai pausa perché ti devi pulire il naso…hai starnutito ***(correggi)

due volte, vero?

Si, Papà.

Bravo, hai detto la verità.

Figlio, ho visto che adesso ti sei messo sopra la testa il cappello di visone.

Si, Padre quello che tu mi hai dato, dove tu mi avevi mandato…a bussare.

Figlio correggiamo dopo insieme, ma non tu adesso da solo.

Come al solito sei sempre troppo veloce. Calma, che nessuno ti sta

rincorrendo.

Si Papà.

Allora, si il cappello, che ho aggiunto un nastro di pelliccia sul bordo, per

mantenere meglio la testa calda e ripararmi così dal freddo pungente

dell’inverno.

Figlio, e come hai congiunto la pelle con un’altra pelle?

Papà, con un ago e un filo, ma poi, bussando ad altri fratelli e sorelle, i miei

piedi mi hanno portato, da chi cuce e rattoppa…come professione.

Tu figlio, i miei figli ti hanno aiutato? Si o no?

Si, Papà…ma io, non avendo da pagare, ho ringraziato e come piccolo

“pensiero”, a lavoro finito, gli ho dato delle noci che avevo in tasca.

Bravo figlio hai detto la verità…ma chi ti ha dato le noci?

Papà, le noci; avevo domandato in un piccolo negozio di “Ortofrutta” …

perché lì ho anche bussato…e il fratello che gestisce il negozio cortesemente

mi ha dato quanto, io stesso delle ceste e merce esposte, mi serviva per

camminare sul tuo percorso.

34.

(nuovo foglio…, ecco fatto!)

Quindi figlio mio, se io ho capito bene, essendo tuo Padre Dio, tu hai prima

preso le noci e poi, non sapendo, ti sei trovato vicino a un negozio di cucito;

è così, sì o no?

Si, Papà. È così.

Vedi figlio, che sono Io tuo Padre che ti mando, dove tu devi essere, per far

testimonianza della verità.

Si, Papà. Per questo tu mi aiuti, dove io adesso mi trovo, per confermare a chi

crede, a chi non crede, e a chi cambia “bandiera”, che tutto è nelle tue mani,

come anche questo foglio di carta.

Giusto figlio…e perché? Me lo vuoi spiegare?

Ci provo, Papà.

Sei lì per questo!

Allora tutto ciò che io vedo, vedo con gli occhi che tu mi hai dato; è uguale se

gli occhi non hanno un colore uguale al colore di chi anche occhi ha (sorelle e

fratelli), ma importante riconoscere che gli occhi sono “occhi”, cioè occhi per

vedere.

Avanti…figlio…!

Gli occhi servono per vedere e devono e hanno solo questa funzione di

riconoscere ciò che una persona ha davanti a sè.

Questo vale anche per le orecchie, cioè sentire e riconoscere il “suono“ ciò

che una persona ha intorno a sè.

Per questo gli occhi, tu Padre, li hai messi davanti e non di lato.

Giusto figlio…avanti…;

Ora dato che tu sei l’ingegnere del corpo che mi hai assegnato, mi hai dato

un corpo proporzionato e da te modellato, per compiere il lavoro che tu mi

hai con fiducia assegnato; cioè: il Calice, è come il corpo che tu mi hai dato,

mentre il “Sangue” cioè il liquido o bevanda (in senso metaforico) è il lavoro

che io ho da compiere.

Figlio e il pane, dove lo metti?

Il pane è: il cibo che mi dai (attraverso e durante il lavoro), perché io possa

compiere il lavoro che tu, con fiducia mi stai dando e senza escludere colui

che mi ha assunto.

Restringi, figlio…non perderti in discorsi lunghi, che a me piace la semplicità!

Papà, in poche parole è così:

– Il datore di lavoro è, o meglio: sei tu, Padre Dio.

– L’operaio è, o meglio: sono io, tuo figlio.

– La macchina per lavorare è: il corpo che ho.

– La “benzina” per la macchina è: il cibo, cioè il pane.

– La officina è: il mondo.

– La scopa è: lo strumento per pulire la bugia.

E’ così Papà?

Si figlio, adesso è più chiaro di prima…ma vai avanti!

Ora, una volta capito questo, ed io invece di lavorare come tu Padre ti sei

pensato, “IO, bevendo l’ultimo sorso dal calice, cioè nell’ultima ora di lavoro

(a me concessa per lavorare sotto le tue dipendenze), sarei stato licenziato!

E poi, figlio?

…poi buttato nel fuoco eterno…, solo tu lo sai, Papà.

Anche questo è vero, figlio. Solo Io, tuo Padre Dio lo sò, ma tu te lo puoi

immaginare, perché sono Io che ti voglio salvare e non buttare…ed è per

questo che Io tuo Padre ti ho dato la possibilità di immaginare, per poi

salvarti; dato che tu più di una volta saresti morto; ma Io, ripeto solo IO ho il

potere di salvare, e nessun altro!

Ora pausa figlio, perché dopo mi dovrai spiegare, perché vivi per morire, per

poi vivere per non morire?

Va bene…a dopo, Papà.

Papà, sono di nuovo qui, seduto.

Figlio, vedo! Rileggi e metti punti e virgole…e prendi un foglio nuovo.

35.

(foglio 35)

Papà, ho corretto partendo da sotto verso sopra, il diciottesimo rigo e sopra

scritto, bevendo.

Ho visto, figlio.

Papà, è un falso adesso?

No figlio, non è un falso, perché quando uno scrive veloce pensa anche

veloce…è come dice il proverbio: “LA FRETTA E’ UNA CATTIVA CONSIGLIERA”.

Tu figlio, nella fretta di scrivere, hai usato o meglio non ti eri espresso

correttamente.

Buono che rileggendo, hai capito dove necessitava una correzione.

Adesso, figlio mio, spiegami perché dici: “VIVI PER MORIRE” .

Che significa?

Papà, io vedo che chi cammina va in avanti, perché per camminare vede con

gli occhi davanti, per causa tua; dato che tu gli occhi davanti li fai crescere.

Anche le dita dei piedi, sono davanti, e i piedi camminano passo dopo passo

andando in avanti.

Colui che prova a camminare indietro, mantenendo il dorso e il viso in avanti,

non può far molta strada, perché prima o poi cade per terra.

Figlio…questo è chiaro…continua.

Ebbene Papà, nel momento in cui io giro tutto il corpo indietro, vedo le mie

impronte di come andavo, prima di girarmi. Ora se io riconosco che il tragitto

non era giusto, ritorno e cerco il punto di partenza, per poi prendere un’altra

strada più idonea. Questo comporta però una doppia fatica, dato che lo

spazio che ho percorso si è prolungato senza arrivare al traguardo. Una volta

ritornato al punto di partenza, vedo che il corpo da te a me concesso, non è

più giovanile e pieno di forza, ma si è indebolito, perché sono io più vecchio

di prima. Essendo quindi più vecchio di prima, vedo in me e riconosco in me

che in ogni battito di cuore, è un battito di cuore in meno.

Come se avessi dentro di me una “CLESSIDRA”…ma la “CLESSIDRA” a fine

tempo, non la posso girare per poi farla ripartire.

Giusto figlio! La clessidra è come un contatore alla rovescia; prima o poi, non

scende più la sabbia.

Questo significa che il mio tempo di “lavoro” nella tua officina è finito…giusto

Papà?

Si, giusto!

Ora, Papà, io mi sono chiesto quanto segue: se io occupo il tempo, in attività

non coerenti per il tuo lavoro, non ho migliorato la mia situazione, ma ho

danneggiato me stesso.

Per questo c’è scritto sul Vangelo: lo spirito non puro, vagando in zone

deserte, ritorna a casa sua, e trova la sua casa pulita e spaziosa, ma con sette

inquilini peggiori di lui.

La nuova situazione è diventata sette volte peggio dell’ultima.

Avanti figlio, non è facile…ma hai capito il senso…; vai avanti!

Ora, io ho pensato; se questo sta scritto chiarissimo nelle “SACRE SCRITTURE”

chi è quel “fratello” o “sorella” falso che impedisce di capire, e che vantaggio

ha il “fratello falso” o “sorella falsa”?

Bravo figlio, questa domanda te la sei posta, ed io aiuto il figlio così come la

figlia che vuole cercare…ma guai in eterno a chi ha cercato e ha trovato, ma

tiene nascosta la verità a chi ancora sta cercando.

Guai a chi complica la “VITA” e mette i “bastoni fra le ruote” a chi “è” alla

ricerca dell’acqua per la vita eterna.

36.

Papà, posso continuare per favore?

Prego, figlio mio, come no…vai avanti.

(foglio 36)

Papà, io riconosco che tu vedendomi come io cercavo, hai concesso di

arrivare al “TRAGUARDO”.

Ma come tu mi hai concesso, così come, tu concedi anche agli altri, prima o

dopo, di giungere al traguardo.

Poi, mi sono chiesto in me: che senso ha per me, arrivare al traguardo per poi

star fermo ed aspettare gli altri corridori?

Avanti nel parlare figlio; avanti! Continua!

Perchè devo stare fermo e aspettare la mia ultima ora per poi vivere in

eterno?

Che senso ha, abbracciare chi arriva al traguardo? Perchè?

E’ giusto salvare se stesso, e l’altro impedirgli di salvarsi?

Tutte queste domande mi sono chiesto, Papà.

Io lo sò figlio! E poi?

E poi; grazie al tuo aiuto, passo dopo passo, con la tua forza, con il tuo lavoro,

con il tuo pensiero mi hai fatto capire, che chi zoppica deve essere salvato,

ma non l’atleta che cerca i trofei.

Chi cerca i trofei, cerca la propria gloria; i veri trofei sono le anime che uno

salva, senza pretendere dagli altri il contraccambio.

Non so se mi sono spiegato bene, Papà. Va bene così?

Si figlio, ti sei spiegato bene.

Papà, tu che vedi tutto, tu vedi anche chi fà zoppicare i tuoi figli, cioè i miei

fratelli e sorelle, vero?

Si figlio, Io vedo tutto.

Vedi figlio mio, il dottore non deve aspettare che i malati si presentano

solamente nel suo studio o nella sua clinica; perchè tutto questo per me è

ovvio. Il buon dottore è per me, il dottore che dopo aver operato nella sua

clinica, va alla ricerca dei malati che non possono o non hanno i mezzi, la

forza e le medicine…cioè gli emarginati, le persone che vivono sotto un

ponte, nelle baracche. Il buon dottore è un “buon dottore” se cura i malati,

senza sperare o esigere che il paziente da lui curato ritorni o che vada da un

altro dottore, amico o non amico del dottore precedente.

Papà, praticamente è il paziente che viene dal dottore curato; e una volta

curato e rilasciato, il paziente diventa o meglio è diventato lui stesso

“DOTTORE”, pronto per curare gli altri ammalati.

Giusto, figlio!

Ma Papà, se il paziente che ormai è diventato sano, cura o rimane nel circolo,

o forma un nuovo circolo “dei pazienti curati” con i loro simili escludendo

tutti gli altri; come lo vedi tu, Papà?

Io vedo cosa buona, ma poca. Perché il paziente “DOTTORE” non deve salvare

i suoi vecchi o nuovi amici, ma deve salvare chi si merita di essere salvato. Ad

esempio: se una persona si è ripulito del male che portava, deve ripulire al

suo prossimo, dall’altra parte del fiume, fuori dalle sue mura, chi è come lui

era, prima che è diventato sano; e quindi dottore con un “titolo” no

universitario, ma un “titolo” da me Padre Supremo concesso.

Ciò non significa che il “nuovo dottore” tutto quello che fa è giusto; ogni

giorno Io Dio Padre, valuto le sue azioni, e se sbaglia il “nuovo dottore”,

invece di curare le ferite agli altri, si taglia lui stesso.

Praticamente Papà, il “nuovo dottore” fa ogni giorno una crescita, e a fine

giornata, riflette se il suo lavoro di “nuovo dottore”

37.

ha portato frutti buoni o no?

Bravo figlio; ogni giorno può essere, per il dottore così uguale per il paziente,

un giorno di piacere nel bene o un giorno pieno di dolore.

Figlio, pausa.

Papà, sono ritornato dalla pausa.

Ho visto figlio, adesso rileggiamo insieme e metti le virgole e correggi quanto

Io ti dico. Va bene?

Fatto, Papà.

Ho visto, figlio.

Papà, nella Bibbia c’è la risposta e la base per fare un mondo “MONDO”, e no

da fare un mondo “IMMONDO”.

Figlio, io lo sò che tu hai un gran cuore, ma quando un figlio non vuole

ascoltare “LA MIA PAROLA”, avrà quello che si merita nella sua ultima ora.

Per questo c’è anche scritto nella Bibbia:

A CHI E’ STATO TANTO AFFIDATO, TANTE SARANNO LE PERCOSSE CHE

RICEVERA’; MENTRE, A CHI E’ STATO POCO AFFIDATO, GLI SARA’ TOLTO

ANCHE QUEL POCO CHE AVEVA.

Giusto figlio, sono Io che dò la fiducia, ma se l’amministratore non fa il lavoro

come dovrebbe essere, Io prendo il cattivo amministratore e lo butto fuori dal

mio regno.

Papà, prima o poi crescendo, tutti si guardano nello specchio e riconoscono

che ogni giorno che passa, è un giorno più vecchio rispetto ieri.

Giusto, Papà?

Si, giusto figlio!

Ogni giorno è un giorno in meno, per dimostrarmi che è degno di entrare a

sedersi nella tavola degli invitati, insieme agli sposi.

Figlio?

Si, Papà. Dimmi.

Prendi adesso la storia: “c’era una volta un padre…e mettila sopra tutti questi

fogli.

E…Papà, la pagina della storia la devo numerare?

Si figlio, … con il numero 38, scritto a destra del foglio.

Figlio, il foglio dove adesso stai scrivendo fai sullo spazio in bianco una croce:

così “+” senza nessun commento! Hai capito, figlio?

Si ho capito, Papà!

Prologo

C’era una volta un padre che amava molto suo figlio e il figlio amava tanto suo

padre; e un giorno il figlio disse al padre: “papà mi racconti una storia?”

Il padre allora disse a suo figlio: “si figlio mio, ti racconto una storia.”

-La storiaC’era una volta un padre che amava molto suo figlio, tanto che un giorno il

padre disse al figlio: “figlio, io ti voglio tanto bene e tu per me sei un grande

regalo, già a vederti mi dai tanta gioia, e così ho pensato di darti qualcosa di

bello.”

Il figlio sentendo questo da suo padre gli disse: “papà è bello per me stare

insieme a te, ed io sono contento di aver un padre come te. Dimmi papà, io ti

ascolto!”

Il padre disse: “per un periodo non mi vedrai, dato che questa sorpresa che ti

voglio fare, precisa molto lavoro. Figlio mio, abbi fede e pazienza, io un giorno

tornerò, ma nel frattempo ti lascio, come mio ricordo, un “passatempo, …

questo piccolo giocattolo. Abbi cura di questo giocattolino, divertiti ma

aspettami, che poi se tutto va bene al mio ritorno ci divertiamo insieme.”

Cosicchè il figlio e il padre si abbracciarono affettuosamente; il padre prese

quanto serviva per il suo viaggio e si mise in cammino.

Passò un anno e il figlio aspettava che il padre tornasse. Nella attesa giocava e

con fiducia rispettava quanto il padre gli aveva lasciato.

Passarono due anni ancora e il figlio incominciò a pensare tra di sè, che

sicuramente il padre deve aver avuto una difficoltà, ed è per questo che

ritardava.

Passarono altri tre anni e il figlio si annoiava sempre di più, tanto che non

aveva quasi più rispetto e voglia di giocare. Nei giorni seguenti il figlio si

metteva davanti alla finestra, nella attesa che ritornasse suo padre. Nella notte

invece si ritirava nella sua stanza e piangeva. In una notte ebbe un sogno, ed

era come se sentisse la voce di suo padre che lo chiamava e gli diceva: “abbi

fede figlio, abbi fede figlio!”

Nel mattino seguente il figlio si svegliò pieno di gioia e prese il giocattolo,

ormai vecchio ed usato, e con un cacciavite, olio e colore lo risistemò.

Infine dopo ancora quattro anni di attesa, il figlio ora cresciuto e stufato di

aspettare, prese il giocattolo e con rabbia lo distrusse, e i pezzi rotti li buttò

un pò di quà e un pò di là.

Un anno dopo si presentò di sorpresa il padre davanti al figlio, si

abbracciarono entrambi e il padre disse al figlio: “figlio vedi sono ritornato, ti

vedo finalmente che non sei più un bambino, ma sei adesso un ragazzo.

Scusami se l’attesa è stata più lunga del necessario, di quanto pensavo, ma il

regalo che ti ho nel frattempo preparato non era pronto.”

Il figlio rispose al padre: “papà è bello che sei di nuovo qui, ed adesso mi

piacerebbe giocare insieme a te.”

Il padre riprese a parlare e disse: “figlio, … giochiamo con il giocattolo che io

l’ultima volta ti ho lasciato? Ah, … ma scusa figlio mio, dov’è il regalo che ti

avevo fatto?”

Il figlio in quel momento diventò rosso in faccia dalla vergogna e con timore

rispose: “papà, scusami, ma ho aspettato, ho giocato, ma tu non arrivavi. Un

giorno, in un momento di rabbia, ho preso quanto tu mi avevi lasciato e l’ho

rotto.”

Il padre sentendo questo si sentì ferito nel cuore e disse: “figlio, il mio ritardo

era giustificato, perché la sorpresa che ti ho preparato è molto più grande di

quanto pensavo.”

Il figlio disse al padre: “padre, adesso mi perdoni e giochiamo?”

Il padre rispose così al figlio: “figlio, io ti perdono, ma giocherò con te se

prima vai a ricostruire quanto con fatica ti avevo dato, e una volta rifatto

meglio di quanto ti avevo lasciato, allora li mi potrai chiamare; deciderò in

quel momento se ti meriti il regalo, per cui ho lavorato tanto.”

Il figlio, con le lacrime nel viso per la vergogna, rispose così al padre: “papà,

farò io di tutto che tu sarai contento.”

Il padre infine disse: “incomincia già a farlo!” FINE.

Morale della storia: è buono essere buono, ma non è buono essere stupido.

E’ arrivato il momento di pulire! Tutto e tutti! I parassiti non entrano nel mondo

del Padre, ma vanno tutti nell’inferno! Chi troppo vuole, nulla stringe!

IO SONO, + .

Gloria a DIO, ABBA PADRE E SIGNORE!

P.s.: – Il Padre è Dio!

– Il figlio siete voi!

– Il primo giocattolo è la terra!

(Jesaia 53; Matthaeus 25/1-13!)

39.

Figlio, bravo! Adesso ti vedo lì davanti al libro della verità.

Ho visto che prima ti sei lavato, vestito, messo in ordine le coperte dove tu

dormi, riscaldato il caffè di ieri mattina che ti ha offerto la tua sorella, cioè la

mia figlia, … e adesso sei pronto per andare avanti nel nostro libro, il libro per

tutti.

Si Papà…sono pronto, con tutto quello che mi serve, cioè:

– Il cappello di stoffa e la sciarpa intorno al collo

– Il pullover di lana vergine e la pelliccia sopra

– la cintura stretta ai miei fianchi, con l’astuccio “multi uso” che contiene

anche “La Sacra Scrittura”

– I pantaloni di stoffa ampi e comodi da indossare

– Tre calze di lana, per mantenere i piedi caldi

Ho visto figlio, hai detto la verità.

Così come sei vestito sembri come un pulcino, ma così ci si veste per essere e

per compiere il lavoro di scrittore insieme a tuo Padre, Dio Abba Santo,

Santissimo Unico Signore.

Rileggiamo adesso tutte e due e metti le virgole.

Si, Papà.

Papà, non ho messo nessuna virgola in più, perchè è giusto così come è stato

da noi scritto.

Figlio, adesso ritorniamo al tema di ieri, cioè del “DOTTORE”.

Si Papà, va bene.

Secondo te, figlio, può un figlio o figlia dire ai propri genitori che cosa è

giusto o non giusto?

Papà, secondo il mio parere di pensare, tutti hanno la libertà di esprimere la

propria opinione e di dire ciò che ritengono giusto…ma sempre mantenendo

un “controllo su se stesso” e con chi si rivolge a parlare.

Non ti capisco figlio, spiegamelo meglio!

(aspetta, sopra a destra numero 39-foglio-sotto freccia per girare …)

A prescindere se il figlio parla con suo padre o no, o con un’altra persona, il

rispetto del prossimo deve rimanere sempre presente.

E’ importante che chi parla deve saper anche pensare, perché il pensiero

viene sempre prima del parlare.

Avanti, figlio!

Prima si pensa, e si pensa in sè quando bisogna parlare, come bisogna

parlare, senza parole che possono ferire chi ti sente o ascolta.

Perché figlio? Tu sai, che la verità ferisce chi è falso, vero?

Anch’io cerco di pensare come tu pensi, Papà; ma non sempre mi riesce, dato

che le circostanze del momento non sono favorevoli.

E che cosa fai, allora figlio?

Papà, meglio mettersi una mano davanti alla bocca, e aspettare un’altra

occasione.

Ma figlio, c’è anche chi la mano davanti alla bocca se la mette, e poi non la

toglie più. Ti sembra giusto questo, figlio mio?

No Papà, perchè chi o colui che si comporta così, diventa come un sacco da

pugilato; cioè insacca molti pugni e colpi dal pugile, ma rimane sempre

passivo. Prima o poi “il sacco della box” si rompe. Rompendosi non si può più

utilizzare, e viene alla fine buttato nell’immondizia comune.

Giusto figlio, hai detto la verità, bisogna parlare prima che si rompa il sacco,

perché il pugile si deve allenare senza distruggere il sacco con cui si allena, sé

no come fa il pugile a vincere un incontro con un altro pugile, se durante il

suo allenamento ha distrutto e maltrattato il sacco?

Nel giorno dell’incontro per la finale di pugilato, quel pugile incasserà due

“pugnazzi”, uno nell’occhio destro

40.

e l’altro nell’occhio sinistro…e se non sta attento, rischia di esser portato via

con la barella.

Papà, io la vedo così.

Chi si mette la mano davanti alla bocca, e la toglie solo per poter mangiare…è

come un coniglio che scappa, o uno struzzo che, pur di non vedere e sentire,

nasconde la sua testa sotto la sabbia.

Figlio. Hai capito bene; Parlare si, ma sempre con rispetto del prossimo, con

lo scopo di migliorarsi e non di peggiorarsi entrambi.

Papà, ma tutti sbagliano, compreso io.

Bravo figlio, hai detto la verità. Tutti sbagliano compreso te stesso, che sei

mio figlio; ma è buono riconoscere dove un figlio o figlia ha sbagliato, per poi

non ripetersi nello sbaglio. Bene chi riconosce, per non più ripetersi; molto

bene chi non si ripete più, ma aiuta il prossimo a non commettere gli stessi

errori.

Papà. Scusa; posso farti una domanda?

Si, prego figlio.

Papà, ma se il prossimo si mette due mani a coprire le sue orecchie, rifiutando

così di sentire la “BUONA NOVELLA” che cosa bisogna fare lì in quel caso?

Figlio, bisogna aspettare e accettare che il prossimo non ti vuole ascoltare, e

lasciare che sia un altro a parlargli; perché una persona non può fare tutto da

solo; per questo io ho creato, essendo il Creatore Supremo, anche l’altro.

Papà, per questo c’è scritto che un profeta non viene riconosciuto come

profeta a casa sua, ma dall’altra parte del fiume.

Giusto figlio, hai detto ciò che è stato in passato riconosciuto e dichiarato per

iscritto nel testamento. Aspetta Papà che vado a vedere in quale parte della

Bibbia è stato menzionato.

Trovato Papà, quanto “IO SONO” come tuo figlio a tempo passato, è stato

detto, cioè:

VANGELO SECONDO MATTEO 13, VERSO 54 FINO AL VERSO 58.

Giusto, figlio!

Papà se c’è tutto scritto, sono stati avvertiti da chi tu Padre gli mandavi; se

fossero stati fedeli alle scritture, non lascerebbero scassinare la loro casa

nell’ora in cui il ladro arriva, ma avrebbero messo la guardia davanti alla

porta, vero?

Correggi…il testo figlio, il tuo pensiero è chiaro…ma prima rileggi…, anzi

rileggiamo insieme…fatto!

Figlio, adesso va bene il testo, non cambiare più niente, se no è un falso!

Come tu vuoi, Papà.

Cosa hai adesso scritto, o meglio come noi abbiamo scritto è tutto giusto;

così come è stato scritto in passato nella “Sacra Bibbia”.

Papà, se permetti prima che io faccia una pausa, …

Si, figlio…ti permetto di dirmi che cosa?

Nel Vangelo secondo Matteo, precisamente il punto venticinque, verso uno

fino al tredici; c’è scritta una parabola sulle “Dieci Vergini”; cinque sono sagge

e fedeli, mentre le altre cinque non sono così intelligenti come le altre prime,

ma stolte.

Allora figlio, dov’è la tua domanda?

Attualmente si sta avverando quanto, adesso leggendo la parabola, è stato

detto in passato, vero?

Si figlio, si…hai capito che è tutto vero! Pausa adesso.

Foglio numero 41.

Papà adesso sono quà pronto, vestito caldo e con una coperta, che tu mi hai

dato, sotto i piedi.

Prima di incominciare il nuovo foglio numero 41, però ho riletto da solo lo

scritto di oggi.

Figlio, ho visto, … ho visto e ho letto anche il tuo pensiero. Sei stato bravo,

perché se no, come prima già detto, non è più credibile quello che noi

insieme stiamo scrivendo!

Papà, come tu, durante il mio cammino di pellegrino, mi hai suggerito quanto

segue:

“PERSEVERANZA, CREDIBILITA’, AUTENTICITA'”

così è, perché è.

Giusto! Figlio, però adesso si va avanti nello scritto.

Papà, scusa, ma se io sono “IL LADRO” che è venuto di notte a scassinare la

casa di chi ci abita, c’è stato qualcuno che lo sapeva e mi aspettava?

Si figlio, perchè Io, tuo Padre prima che tu fossi rinato, avevo già avvertito

alcuni figli miei.

Allora Papà, perchè non mi hanno accolto come doveva essere, e invece

hanno costruito una trappola?

Figlio, Io verifico non solo il figlio mio prediletto, ma anche gli altri figli.

Gli altri figli, come è anche successo nel passato è tutto dentro la Bibbia,

essendo invidiosi del figlio prediletto dal padre, in un momento di invidia,

hanno il loro “fratello” buttato in una fossa…

papà, più o meno come è successo con me. Invece di una fossa, in una

trappola.

Aspetta Papà, che adesso vado a vedere nella Bibbia, il paragone con

Giuseppe e i suoi fratelli…

Trovato! Libro: GENESI 37!

Vedi figlio, che Io essendo tuo Padre, Dio Abba e Signore

ho visto tutto! Come quando Io, il Dio di Abraham, Isaak e Jakob!

Perché, tu sei il Dio non dei morti, ma dei “VIVI”!

Si figlio, perché Io sono il Dio che come l’orefice fa la prova nel fuoco, se è

oro zecchino o oro falso; anch’Io essendo il Creatore Universale, provo ogni

mio figlio se è vero e degno di essere mio figlio, o se è un bugiardo.

Chi è furbo e si sente forte nella sua furbizia, Io Dio Padre, lo umilio, perché

non è degno di essere chiamato mio figlio.

Chi invece è umile e non cresce nella sua superbia, Io Dio Padre, lo esalto,

perché degno di essere chiamato mio figlio.

Papà aspetta che mi ritorna in mente un “PASSAGGIO” nella Sacra Scrittura

che dice…il Vangelo secondo Marco (12/verso 26 e 27), quanto “IO SONO” ho

detto come tuo figlio, prima che “IO SONO” adesso, anche

“dove c’è il cadavere, lì arrivano gli avvoltoi”.

E dove, figlio?

Dove tu mi hai inviato, cioè come tu volevi e non come io voglio.

Figlio anche questo è stato tutto predetto prima che tu fossi, ciò che adesso

sei!

Dove figlio? Tu lo sai, perché sono Io che dò l’acqua alle piante, ma sono

sempre Io, che a chi non si merita, faccio seccare la pianta.

Papà, nel Vangelo secondo Luca. 12, verso 50. (nuovo fo_

glio)

42.

C’è scritto chiaro in riferimento al futuro, quanto segue:

Io devo essere battezzato con un battesimo, ma sono molto rammaricato,

fino a quando non è stato compiuto.

Così chiaro è anche il luogo dove tutto accadrà; Vangelo secondo Luca. 17

verso 37!

Adesso figlio hai fatto un buon lavoro; rileggiamo insieme.

Figlio, ci sono degli errori nella grammatica, prendi la penna in mano e

correggiamo, una volta per tutte, quest’ultima parte.

Si, Papà.

Fatto, Papà.

Figlio, adesso fai una piccola pausa.

Figlio! Ho detto pausa. Lascia tutto così come è, se no ti viene il mal di testa!

Capito!

Si. Papà.

Papà, sono qui pronto; ho preparato un tee, ma è ancora caldo. Lo berrò più

tardi! Mentre, ho notato, che il pane è finito. Che faccio adesso?

Figlio, il pane adesso non c’è forse arriverà dopo; sono Io qui anche per il tuo

pane.

Si grazie, Papà.

Figlio, perché ieri non sei andato con la sorella nel centro di raccolta “TAFEL”?

Papà, tu lo sai che lì una grande parte dei “VIVERI” non sono viveri, ma sono il

contrario.

Figlio, spiegati meglio!

Ci provo, Papà.

La merce è merce scaduta o quasi in scadenza; scarti di negozi alimentari,

provenienti da non si sa dove, grandi magazzini prodotti più dannosi al

corpo.

Ma figlio, sei sicuro di quello che dici?

Papà, è chiaro che non bisogna tutto generalizzare, perché se io non vedo,

non posso parlare; ma se io ho visto, parlo.

I centri che io ho visitato, la qualità della merce varia da città a paese, ma la

burocrazia è sempre la stessa.

Io essendo, oggi quà, ieri ero là, e domani sarò dall’altra parte ho domandato,

perché affamato e debole. Con difficoltà ho ricevuto una mela, o una noce; …

il pane (buono o non buono) no!

Tanto è vero che, pur avendo uno stomaco vuoto, in un’occasione, sono stato

respinto, perché non avevo rispettato i loro orari di apertura.

E tu figlio, che cosa gli hai risposto?

Ho risposto quanto segue: io sono un pellegrino (con il bagaglio in spalla,

che si nota a occhi aperti), sono affamato, e prima che vado a terra per la

fame, ho bisogno di questo pezzo di pane!

Mangio quando io ho fame, e non mangio quando gli altri me lo dicono,

secondo i loro orari. Io mi prendo ciò che mi fa bene e che è sano, perché il

mio dottore è chi mi ha mandato, colui che stà sopra nei cieli.

Racconta figlio…

Continuo dicendo, che questa è una emergenza.

Qual’è stata la loro risposta?

Vattene e torna più tardi, non si tocca niente!

O una serie di domande: da dove arrivi? Chi sei? Hai un documento? Dove

abiti? Ti serve la tessera rilasciata dal comune dove tu risiedi? Ecc…

E poi, figlio?

43.

Poi Papà me ne sono andato, e alcuni di loro con gentilezza lo ho ringraziati

per il loro falso aiuto, mandandoli “AFFANCULO”!

Bravo figlio, hai detto la verità!

La merce non sempre è fresca ma avariata, e chi ci lavora e la distribuisce lo

sa, ma essendo un “fratello/sorella ipocrita” non combatte il male ma lo

accetta, pensando di far così anche del bene.

Papà, se una persona vuole essere il buon samaritano, perché mi hanno

respinto se avevo fame? E perché distribuiscono l’immondizia che loro

chiamano “beni alimentari”, creando un sistema burocratico inutile e

superfluo a danno di chi veramente soffre?

Figlio, perché mi fai sempre delle domande, quando sai già le risposte?

Hai ragione, Papà.

Figlio, non essere falso con tuo Padre Dio, perché Io so ciò che tu, o meglio

agli altri non è permesso sapere…

Ma tu sei arrivato alla verità, perchè Io tu Padre Dio ti ho mandato con questo

compito…adesso stai dando testimonianza della loro “VERITA'” falsa e

maligna…

Meritevoli di percosse a stridore di denti.

Figlio, non cambiare il testo!

Sei sempre troppo veloce.

Scusa, Papà.

Figlio, rileggi e metti gli accenti, e il numero sopra della pagina.

Fatto, Papà.

Figlio, c’è ancora qualcosa? Hai un “pelo sulla lingua”?

Aspetta che giro la pagina 43

Ecco adesso mi viene in mente…

Dimmi, ti vedo dentro e fuori…vai avanti.

Papà, ti ringrazio per aver finalmente un Padre Dio Abba e Signore come te; e

ti dò lode per aver mandato prima che “IO ADESSO FOSSI” il profeta Jesaja…

un tuo figlio, è un mio fratello, che nei momenti di sconforto è stato sempre

pronto ad aiutarmi a sorpassare il mio dispiacere di fronte a questo abominio

e ipocrisia.

Leggendo Jesaja 53 e precisamente il verso numero dieci, sono riuscito così

ad andare avanti, e di crescere fermamente al tuo piano, che tu padre ti sei

prestabilito.

Se va tutto bene, Padre, io mi auguro di cuore di stringere la mano, e di

sedermi dove tu ritieni che sia per me il posto assegnato.

Grazie per questo, Papà.

Farò di tutto, figlio, che tu sarai contento. Tuo Padre, Abba Dio Santo Signore.

Papà incominciamo? Io sono pronto!

Si figlio, ho visto che ti sei messo ben coperto, e sazio per poi sederti a

scrivere il libro della verità.

Si, Papà.

Papà, grazie per il pane e tutto il resto che mi offri.

Vedo figlio, che sai apprezzare i miei regali, perché Io, tuo Padre, sono un

Padre che ama i figli. Ieri ti avevo visto nel tardo pomeriggio, triste e

amareggiato, perché figlio mio?

Papà, era finito il pane e tante altre cose, e mi sono sentito per un attimo

solo, perché io sono sempre solo, tutti mi lasciano solo; come se avessero

paura di me; ma non capisco il perché, perché io sono buono e non faccio

male a nessuno, anzi sono qui per aiutare a far il bene.

44.

Si figlio mio, tu sei buono, ma quando vedono te, lo sanno che il Padre Eterno

è in te…ma essendo loro pieni come una botte di letame, perché hanno

preferito far il male invece del bene, vedendoti, si vergognano di come loro

stessi sono, lasciandoti solo come spesso in precedenza è già successo.

Papà, come? Non capisco, perché dici questo: “…come spesso in precedenza

è già successo”?

Figlio, non è la prima volta che Io, come mio figlio ti ho inviato a lavorare

nella mia vigna a far la vendemmia; ma adesso, questo compito è e sarà il tuo

ultimo, per poi sederti nella tavola ben apparecchiata insieme agli altri ospiti,

tutti degni di essere chiamati ospiti.

Papà, ecco perché dietro alla nuca, sopra l’orecchio destro e davanti al cuore

ci sono dei nei sulla pelle, che hanno un diametro simile al calibro di un

proiettile.

Giusto figlio, ma tu hai anche sopra la tua testa i nei, come segno della

corona di spine che i soldati romani ti hanno posto, e non solo, al lato destro

della cassa toracica, precisamente documentato e analizzato nel telo “LA

SINDONE”, hai una costola deformata o lussata da quel colpo di lancia,

descritto nelle Sacre Scritture, fatto dal soldato Longines.

Ora figlio, rileggiamo insieme e mettiamo i punti e le virgole.

Si, Papà.

Fatto Papà.

Bravo, non toccare più niente, e andiamo avanti.

Papà, allora siamo alla fine?

No figlio! Non siamo alla fine ma all’inizio, perché devono, ripeto devono fare

il paradiso sulla terra e non più distruggere, perché tu una volta lasciato il tuo

corpo, sei come l’ultima pietra che i costruttori hanno scartato.

Praticamente Papà, non hanno altre possibilità, perché sono come le cinque

vergini stolte.

Figlio, vedo e ascolto; hai detto giusto.

Chi sbaglia non sarà più perdonato, ma in eterno punito.

Papà, durante il lavoro da te a me concesso, nei giorni di tribolazione, ho

lasciato in vari uffici, e portinerie dei messaggi.

Si figlio, Io ti seguivo come adesso ti sto seguendo; Io ho visto e sentito tutto

e tutti!

Se ben ricordo, mi sono presentato più volte, davanti alla portineria centrale

del Ministero degli Interni, e ho lasciato quanto segue:

UNA PRIMA VOLTA, IL VOLTO DI CRISTO JESUS IN UNA FOTO DELLA NASA

LA SECONDA VOLTA, UN MESSAGGIO SCRITTO CON UN TESTO BIBLICO, E

CIOE’:

MENE TEKEL PERES

LA TERZA VOLTA, UN ALTRO MESSAGGIO SCRITTO CHE DA QUEL MOMENTO

VALE SOLAMENTE LE TUE LEGGI, CIOE’ I DIECI COMANDAMENTI

EXODUS 20.

Si figlio, ho visto tutto, e ho visto anche che ti hanno fermato più tardi vicino

al vialone i mezzi della Polizia di Stato, e dopo averti chiesto i dati personali, ti

hanno proibito di avvicinarti per 24 ore nei pressi della piazza, in cui è situato

il Palazzo Ministeriale.

Papà, niente rimane a te nascosto.

Giusto figlio, niente rimane a me nascosto!

Rileggiamo figlio e poi pausa.

Si, Papà.

(adesso finisco la “pagina 44” ―> e incomincio un nuovo foglio)

45.

Papà, scusa, una domanda?

Si figlio, sono quì, domanda!

Papà, che cosa succede se le “cinque vergini stolte” non riconoscono, o

meglio prendono quanto noi in questo manoscritto è stato scritto, e lo

buttano nel cestino?

Figlio, Io essendo il Padre Dio Supremo, so prima che loro lo pensano, perché

Io sono il costruttore, e non loro sono il mio costruttore.

Tu figlio, essendo nato dove Io tuo Padre Dio ti ho fatto nascere, e nel corso

della tua vita, hai avuto ciò che Io anche ho fatto nascere, e con essa ti ho

unito, per far nascere ciò che tu tanto desideravi avere, ciò che Io tuo Padre

Dio ti ho concesso “TUO FIGLIO”; ma in realtà è figlio mio, perché sono Io che

so e quale sarà il suo compito, ma non sono gli altri illusi a dire cosa mio

figlio (in questo caso mi sto riferendo al tuo unico figlio) deve fare, ma sono

solo Io Dio Supremo a decidere chi guida, e nessuno me lo può impedire.

Rileggi adesso.

Fatto.

Papà, la storia inserita come foglio numero 38, è come dire l’ultima soluzione

per uscire fuori dalla gabbia e di pulire tutti insieme e con il cuore?

Si figlio, perché Io essendo l’Ingegnere Informatico, riconosco se il cuore

dell’operaio è in sintonia nella gioia e il piacere di lavorare di cuore, o è fuori

sintonia, lavorando danneggiando il proprio cuore e il cuore di chi lui ha

intorno.

Rileggi e metti le virgole!

Fatto!

Pausa, adesso.

O.K.

O.K.

Figlio, sei lì?

Si, Papà.

Adesso il foglio che hai appeso dietro la porta dove tu dormi, riscrivilo così

come sta senza aggiungere o togliere niente; l’ultimo rigo è anche

importante, ma non adesso, ma per i fogli seguenti. Su vai. E fai come Io tuo

Padre ti ho

detto!

RICORDA CHE TU SEI PER LA MIA GLORIA E NON LA TUA, PERCHE’ TU DI

TUO NON HAI NIENTE, NEANCHE GLI OCCHI SONO TUOI, PERCHE’ TE LI HO

DATI IO, COSI’ COME TUTTO IL RESTO FINO AL PAVIMENTO SOTTO I TUOI

PIEDI, PIEDI CHE IO TE LI POSSO ANCHE TAGLIARE, MA SE FAI QUELLO CHE E’

BENE A GLORIA MIA, TI FACCIO CAMMINARE!

IO TUO PADRE ABBA DIO

Fatto, Papà.

Ho visto…adesso, pausa.

Papà, sono di nuovo qui, dopo aver pranzato…e mentre pranzavo ho pensato

ai “PAPPONI”.

Figlio, quel pensiero che hai avuto sui “PAPPONI”, lo rimandiamo un po’ più

tardi.

Va bene. Ho capito!

Papà, adesso mi viene in mente una immagine del volto di Cristo disegnato e

dipinto dalla visione della sorella Faustina.

Avanti figlio; e con questo, che cosa mi vuoi dire?

Papà, quel volto è o meglio ha lo stesso viso di mio figlio, con gli stessi occhi.

Bravo, figlio mio, tu hai capito perfettamente; ed è per questo

46.

che tu sei lì dove adesso tu sei.

Papà, permetti, posso dirtelo io?

Si, dimmi la ragione, figlio!

Io stò preparando la strada per il cammino, di colui che segue dopo di me,

cioè: il nuovo MESSIA, la nuova guida per compiere la tua volontà di Padre

Eterno.

E così, Papà?

Si, figlio è così, e sarà tuo figlio, Alexander!

Grazie Papà, del tuo bel regalo!

Prego.

Papà, scusami se permetti, io ho scritto una lettera per mio figlio, ed è per me

una lettera molto personale solo diretta a lui, Alexander.

Si figlio, così deve essere! Ciò che è personale, scritta con il tuo cuore per tuo

figlio unico, così anche deve rimanere personale. Amen!

Papà, mentre gli altri due fogli che stanno attaccati sullo specchio, sopra il

lavandino della stanza dove io dormo, li devo tradurre, si o no?

Figlio, si; non aggiungere niente…ma fai solo la traduzione!

Vado…

(prima foglio a sinistra:)

Guai per chi dice che la vita è una pura illusione!

Tu ipocrita, come lo puoi dire?

I dolori del passato, li hai dimenticati?

Se tu oggi un arto lo perdi, ritieni che è una illusione?

Tu, ti pentirai di essere nato, “oh fortunato” con due gambe che eri nato, ma

per andare nel tragitto, che Io ti ho descritto.

Guai in eternità avrai, se tu, in azioni senza parole, non incominci a pulire

l’abominio che come erbaccia hai seminato, e sostituendolo finalmente con il

buono.

Pezzi di carne tritata diventerai, come cibo per pantegane e scarafaggi

nell’eternità!

Io Sono, il Signore! Amen.

―>

(secondo foglio a destra)

Guai a chi dichiara, che ieri non c’è più.

Come lo puoi dire?

Come lo puoi pensare?

Se tu oggi costruisci una casa, domani ci vuoi abitare?

Oppure sei un pazzo, che oggi costruisce e domani demolisce?

Come puoi essere sempre così!

Costruisci una volta ma giusto, per non riavere le mura dipinte del tuo sangue

o con il sangue dei tuoi figli!

Io Sono, il Signore! Amen.

Papà, ho fatto come tu mi hai ordinato.

Bravo, figlio. Adesso fai un attimo pausa.

Va bene. A dopo, Papà!

A presto, figlio!

Figlio, adesso che hai finito di bere il tè, alzati che bisogna lavorare.

Eccomi qua.

Figlio, raccontami e definiscimi la parola “PAPPONE”.

Papà, pappone o papponi sono o è chi si ritiene “VIP” e con un incarico di

responsabilità, ma rimane sempre egoista.

Figlio, fammi un esempio.

Il pappone ha una vita molto impegnata, fra incontri e riunioni, a parlare

insieme ai propri simili “anch’essi papponi” di come migliorare le condizioni

sociali per un “BENE” comunitario.

Il “PAPPONE” è il fratello ipocrita, che si presenta al pubblico sempre pulito e

sorridente da fuori, e se lo fermi per un attimo, ha sempre la risposta pronta,

perché è stato ben istruito, da chi è più “PAPPONE” di lui.

Figlio, è come dire un falso prete?

(nuovo foglio…)

47.

Si Papà, è la stessa cosa.

L’unica differenza è che il pappone pensa al suo stomaco e allo stomaco dei

suoi amici papponi, senza portare la Croce di Gesù Cristo sul collo; mentre il

falso prete, fa vedere agli altri che lui “AMA” il Cristo Gesù, ma in realtà lo

odia.

Figlio, perché usi la parola “ODIO”?

Papà, perché quando io mi sono presentato davanti al falso prete pappone,

non mi ha accolto come deve essere secondo il Vangelo, ma ha fatto

chiamare la Polizia e l’ambulanza.

Bravo, figlio! Hai detto la verità!

E tu poi che cosa hai fatto?

Mi sono fatto ricoverare, dato che ero tutto bagnato fradicio, da una notte

passata fuori sotto una tempesta, e mi sono fatto servire (perché, affamato)

una colazione.

E poi figlio?

Me ne sono andato!

Figlio non ti hanno dato dopo, il conto da pagare?

No, Papà…perché si trattava di una emergenza, ma l’autista infermiere

dell’autoambulanza era pronto già “senza la mia autorizzazione” per

fotocopiare il passaporto con tutto ciò che lui aveva bisogno per inviarmi una

fattura.

Papà, perchè quando un infermiere lavora, prima di curarti vuole un

documento o una tessera sanitaria, e dopo una volta ottenuto il pezzo di

carta o di plastica, forse ti cura.

―>

Come figlio, forse “ti cura”; non ti capisco?

“Forse ti cura” per me significa che non sempre ti “AGGIUSTA”, ma ti spacca

ancora di più.

Figlio, bravo! Hai detto la verità.

Grazie, Papà.

Figlio, ti faccio una domanda, cioè la seguente: perché il “PAPPONE” è

“PAPPONE”?

Papà, tu mi vuoi domandare se pappone si nasce o pappone si diventa?

Più o meno, figlio.

Papà, io sono il figlio, e a te niente rimane nascosto…secondo il mio parere di

vista è così:

1) Il pappone nato no pappone, ma è diventato più tardi pappone.

2) Il pappone nato pappone, per poi pappare alle spalle degli altri.

Il pappone nato no pappone, è come dire il fratello o sorella che crede che,

quello che fà e che vuole fare, ha un senso positivo per la comunità, cioè per

tutti.

Il fratello o sorella, desiderando di far del bene, spera di arrivare alla sedia,

ma spesso non gli è possibile, perché c’è un altro o un’altra che già stà

seduto.

In questo caso, il desiderio dell’invidia, subentra e pur di ottenere quanto lui

si è sempre “sognato”, incomincia

48.

ad accettare regali e inviti, da chi ha costruito quella sedia.

Nel momento in cui, il buon fratello o sorella incomincia ad accettare gli inviti

e i doni, ecco che: da buon fratello o sorella è partito, per poi non essere più

come era, ma “PAPPONE” diventato.

Una volta seduto sul “TRONO” vede in sé, essendo adesso un egoista, i

vantaggi di quella carica assunta, ma nello stesso tempo è diventato lo

schiavo di chi lo ha aiutato, o di chi ha facilitato la sua carriera, comprandolo.

Rileggi figlio, e metti le virgole.

Si, Papà.

Riletto, Papà.

Ho visto e ho letto, figlio. Ora, figlio, perché dici “comprandolo”?

Si Papà, perché come sta tutto scritto nel Libro dei Proverbi di Salomone,

dentro la Sacra Scrittura, c’è quanto segue:

<< chi accetta un dono, un regalo, rischia di diventare lo schiavo di chi il

regalo lo dà. >>

Giusto figlio, hai detto la verità, perché Io tuo Padre detesto anche i

“PAPPONI” come tu hai scritto.

Papà, se permetti volevo completare; anche questo è stato già detto in

passato, da Io Sono, nel Vangelo secondo Matteo 23.

Giusto, figlio!

Papà, nel secondo caso, io ho visto che il pappone, gode di essere pappone, e

si fa trasportare un po’ di qua e un po’ di là, per poi parlare e mettersi in

mostra come se fosse un pavone, in tutte le sue attività, sia private che

pubbliche.

Figlio, anche questo è vero!

(aspetta, che ho dimenticato di mettere il numero sopra 48)

Figlio, rileggi con calma e metti le virgole, che Io vado a prendere due mazze

per bastonarli!

Papà scusami, prima che prendi le mazze ti volevo fare una domanda?

Dimmi figlio, ti ascolto.

Papà, a che cosa servono mettere sui baldacchini per la penitenza il nome del

parroco, se quando sono entrato in chiesa, non c’era?

Figlio, quelle cabine sono state costruite in passato perché dopo le guerre

tutti andavano a confessarsi, adesso dopo tanti anni, le usano come

ripostiglio e porta scope per la “PULIZIA”.

Papà, adesso che mi ritorna in mente, ho visto anch’io, che vengono usate per

“PULIRE” il pavimento prima che i topi incominciano a crescere.

Figlio, vedo che, anche se tu porti gli occhiali, la vista rimane sempre buona.

Grazie, Papà…però ho notato che spesso vicino a delle chiese nelle piazze

centrali, li ci sono altri edifici, più puliti e sempre aperti, prima della chiesa

stessa.

E allora figlio?

Ebbene, sono entrato dentro per domandare, se è la casa parrocchiale o no…

e nel caso positivo, o cercato di aver un colloquio con il parroco, ma spesso

mi è stato detto che è fuori di servizio.

Accendi la candela figlio.

Ecco fatto, Papà.

Dopodiché uscendo dai loro “UFFICI” guardando bene ho notato che l’ufficio

è sotto, mentre sopra c’è l’abitazione del parroco.

Figlio, non crearti problemi dove “problemi non ci sono: forse è andato a far

colazione o in banca”.

49.

Scusa Papà, ma tu sai, essendo sempre solo, ho cercato qualcuno per parlare

sul tema la Bibbia.

Ma figlio, c’è anche il personale nei loro uffici, ed è secondo me, tutte

persone credenti.

Papà, io ho notato che il passivo e l’attivo lo conoscono molto bene: ma

quando ho domandato, se loro conoscono il Libro di Kohelet, non sanno

neanche come si scrive e dove si trova.

Bravo figlio, hai detto la verità!

Rileggi figlio e pensa.

Si, Papà.

Papà, come tu sai, non incontrando il prete in una chiesa, allora sono andato

nell’altra chiesa.

Non capisco figlio! Spiegati meglio!

Uscito dalla chiesa e “UFFICIO” cattolico sono andato a cercare l’altra chiesa

protestante, ma anche lì il fratello “PASTORE” spesso non c’è.

E con questo, figlio, che cosa cambia? Non capisco dov’è il tuo problema?

Forse, anche lui è andato a far colazione o in banca.

Ma Papà, in banca sono entrato dopo, lì è tutto pulito, e le persone sono

sempre sorridenti, ma il prete o il pastore anche lì non c’era.

Giusto figlio, hai detto la verità…perché lui, cioè il figlio “IPOCRITA” non entra

in banca, ma manda la segretaria.

Il prete “IPOCRITA” si vergogna di farsi vedere che lui è un cliente della banca,

ed è per questo che dentro al duomo ha fatto costruire una

―>

cabina “per la penitenza” con tanto di sicurezza e moderni sistemi, tutti con lo

scopo, a seconda della priorità utilizzata per chi visita “a chiamata” chi si va’ a

confessare.

Papà, scusa anch’io mi sono trovato lì dentro; mi è sembrato di essere dentro

una stanza simile a quella di un istituto di credito, quando vengono ritirate

grosse somme di denaro “LIQUIDO”.

Tu figlio, quando sei entrato lì dentro, durante la “CONFESSIONE” lo hai

tenuto a lui presente, quanto tu in quel momento ti sei immaginato?

Si, Papà. Come che no! Mi sono quasi sentito male a vedere tutto quello

spreco di materiale, lavoro e tecnica…”UTILE” per “LORO” a salvare le povere

anime perse.

Figlio, i tuoi occhi, hanno visto bene!

Bravo, hai detto la verità, adesso vado e li bastono tutti quanti.

Papà, aspetta volevo precisare, che quando ho bussato dai miei “FRATELLI”

padre o pastore evangelista (protestante) spesso ho trovato la moglie o il

“MARITO” e i loro figli.

Tutto questo io lo so figlio, perché i miei occhi sono i tuoi occhi, e dove tu

andavi, andavo anch’io con te…ma raccontami…!

Ho notato, che la conoscenza della “Sacra Scrittura” non era anche lì

sufficiente, ma pessima.

Figlio, anche questo è vero! Le famiglie, leggono tanti libri mentre il vero libro

che dovrebbero leggere, non lo vogliono leggere! Adesso, basta! Vado con i

bastoni!

50.

Buon giorno, Abba; grazie per la colazione, caffè, pane, miele, marmellata,

olio, cipolla, zucchero. Grazie per l’acqua, per il lavandino, per il lavarmi il

pullover, per lo stendino, per la porta, per il sole, per il pavimento, per la tua

compagnia.

Grazie Abba, perché io ti voglio bene, perché tu Abba, non mi lasci solo,

perché io sono il tuo figlio, e tu sei per me il mio Unico Papà, Abba!

Grazie Abba, di essere tu come sei; giusto, corretto, fedele, paziente e nello

stesso tempo disponibile ad ascoltare, chi ti ama veramente con tutta la

propria forza, con tutto il pensiero, con tutta la volontà, con tutto l’amore di

un figlio con il Padre, e viceversa, di un Padre con suo figlio.

Grazie in eterno, Abba.

Figlio, grazie anche a te da tuo Padre Abba Dio Unico Santissimi Signore.

ABBA, TUO PADRE!

Figlio?

Si, Papà, ti ascolto. Dimmi!

Adesso, vai dalle mie figlie, le tue sorelle, e domanda un po’ di miele, pane,

olio e frutta.

Faccio, Papà.

Devi essere sempre gentile e garbato, e anche paziente…

Si, Abba!

Accenna un po’ il contenuto di questo scritto, e riferisci, che anche loro come

tue sorelle, sono un esempio adesso, e per le prossime generazioni.

Su adesso vai, figlio mio.

Papà? Abba? Io sono ritornato. Ho messo in ordine, pulito, fatto la candela,

buttato i semi fuori nel bosco, pulito il pavimento, sbattuto le coperte, lavato

il parquet, mangiato i resti di ieri, sbattuto il tappeto, fatto la doccia e

pregato; e adesso ho ringraziato per il bel tramonto del sole, perché è tutto

opera tua. Grazie, Papà. Tuo figlio!

Grazie anche a te figlio mio! Tuo Padre, Abba!

―>

Figlio, come va? Tutto bene?

Si Papà. Grazie a te.

Bene, come vedi non fa’ così freddo, e la neve così com’è venuta, adesso se

ne va a poco a poco.

Tutto passa, e oggi sono un giorno più vecchio di ieri, come dire, sto

morendo ogni nuovo giorno, un pezzettino di più.

Si figlio, è così; è la prova per poi arrivare a vivere nel paradiso.

Abba, come già detto: << perseveranza fino all’ultima ora! >>

Correggi il testo figlio!

Fatto. Papà, oggi di che cosa parleremo?

Oggi, figlio mio, si parlerà del desiderio.

È un tema molto interessante, Papà.

Si figlio, perché il desiderio è l’origine.

Come? Non capisco, Abba.

Figlio, alla base di tutto c’è il desiderio; ognuno dei miei figli e delle mie figlie

hanno dei desideri, ma c’è desiderio e “DESIDERIO”.

Il vero desiderio è un desiderio pulito, senza macchia, puro, basato su un

bene chiamato bene. Per chi desidera e per tutti gli altri, anche sé gli altri non

hanno il medesimo desiderio.

Papà, scusa come nasce il desiderio?

Il desiderio, nasce già con il pensiero, cioè con la mente. La mente, che è

dipendente dal corpo da me costruito, pensa come arrivare a desiderare

quanto ha pensato.

La mente però si deve rendere conto, sé il pensiero è fantastico, cioè

fantasioso, o possibile, fattibile e quindi realizzabile.

Nel mondo in cui tu figlio adesso stai è un mondo insieme ad altri tuoi simili;

tutti miei figli e quindi tuoi fratelli, diversi di aspetto, ma tutti uno con l’altro

“collegati”.

In primo luogo, sono tutti collegati con il medesimo desiderio, di soddisfare il

corpo che posseggono, e secondariamente sono tutti alla ricerca, cioè del

desiderio di ottenere un vantaggio effettuando il minore sforzo possibile…

Pausa, figlio…è arrivata la tua sorella, su vai!

Papà, sono ritornato dalla pausa.

Figlio, prendi un nuovo foglio, numero 51.

51

Fatto Papà.

Bravo, allora stavo dicendo: _

… spesso ai danni del prossimo.

In questo caso, Io valuto se il tuo fratello (o tua sorella), non è stato capace di

amare il prossimo che ha, e che vive nel suo stesso “MONDO”; pertanto non è

in grado di amare colui che non può vedere, ma che rimane occulto alla sua

vista e al suo udito.

Adesso figlio, rileggiamo insieme mettendo i punti, le virgole e gli accenti.

Io essendo Dio Padre Supremo, cerco di soddisfare i suoi desideri, ma

esamino sé è un desiderio di “CAPRICCIO” o un desiderio indispensabile, per

poi fargli evidenziare che è tutto opera delle mie mani.

Papà, è come dire: tu dai “la mucca grassa” per far contenti tutti, “BUONI” e

“CATTIVI”; per poi dare “la mucca magra” per riconoscere sé i “BUONI” sono

rimasti buoni o no, e sé i “CATTIVI” sono rimasti cattivi o sono diventati buoni.

Giusto, figlio; perché nel momento in cui è tutto bello e facile,

automaticamente tutti sono felici e contenti; mentre nel periodo di crisi si

riconosce se è stabile nel bene, o è diventato instabile, mostrando così la vera

natura di sé stesso, senza la “MASCHERA”, ma con la faccia rossa per la

vergogna per essere falso e ipocrita.

Abba, la “COSA” peggiore che c’è, è di essere falso con sé stesso; è così,

Papà?

Si, figlio. Essere falsi con sé stesso è la “COSA” peggiore che il fratello o

sorella “HA”!

Pausa, adesso figlio mio, che poi si corregge il testo.

Si, Papà.

―>

Papà, la sorella mi ha portato una bella trota affumicata.

Figlio mio, se tu mangi male e non sano, come puoi dopo pensare bene? Ciò

non è possibile!

Devi mangiare bene e sano, altrimenti quando pensi e poi scrivi, confondi

“fischi con fiaschi”, il vero con il falso, e il falso con il vero.

Buon appetito!

Grazie, Papà!!!

Papà sono di nuovo qui, finalmente con un po’ di forza per il cervello.

Si figlio, il pesce fa bene, se il pesce è sano e fresco; altrimenti anche il pesce

sé è vecchio incomincia a puzzare dalla testa.

Papà, sé non mi sbaglio, nel Vangelo secondo Marco, c’è un commento dove

viene dichiarato che il mangiare che entra dalla bocca non fa’ danno al corpo,

bensì è ciò che esce dalla bocca che fà peccare la persona…aspetta che

adesso prendo la Bibbia e vedo in quale contesto viene citato quanto sopra

detto…ecco, trovato:

Marco, capitolo sette, verso diciannove.

Papà, è giusto o è una bugia?

Figlio, è giusto se il mangiare è sano, puro, senza conservanti, naturale, non

artificiale, senza imbrogli e ingredienti che creano una dipendenza “tipo una

droga” fra il produttore e il consumatore.

Abba, nel periodo in cui “IO SONO” sono stato crocifisso, l’alimentazione era

sana e genuina.

Giusto figlio, pertanto il verso 19 è giusto a riguardo quel periodo passato.

Oggi invece, la industrializzazione o meglio l’industria alimentare per

rimanere competitiva spesso falsa il prodotto in uscita, mostrando al pubblico

delle tabelle e diagrammi ricchi di forme e colori, ma in realtà basati su un

prodotto o su prodotti di scarsa qualità.

52

(nuovo foglio)

Abba, come a te niente rimane nascosto, ho visto che nelle scuole vengono

messi degli “automatici a moneta” riempiti con prodotti industriali alimentari

di scarsa qualità nutritiva per chi ne fà uso; e non solo, il distributore presenta

la merce esposta spesso con una scritta pubblicitaria di questo tipo:

“ALIMENTAZIONE SANA PER I VOSTRI BAMBINI”

Figlio, hai visto bene! Guai in eterno per chi fa, per chi autorizza, per chi

favorisce la distribuzione a danno della salute.

Guai in eterno per chi vede e non reclama, per chi né fa uso e accetta

l’abominio.

Bene per chi combatte l’abominio, per chi denuncia, per chi salva i figli degli

altri, per chi toglie il male e porta il bene!

Figlio, adesso pausa per poi rileggere.

Va bene, Papà.

Sono qui, … Papà.

Concentrati!

Si.

Figlio, adesso rileggiamo tutti e due insieme.

Fatto, Papà.

Adesso rileggi un’altra volta e metti gli accenti e le virgole.

Fatto.

Bene, adesso non scrivere e non cambiare il testo, sé no è un falso.

Papà, scusami ho ancora una domanda.

Ti ascolto!

Se la candela si spegne, che cosa faccio?

―>

Figlio, che domanda scema!

Quando la candela si spegne, vuol dire che si è consumata.

Quando la candela è consumata, vuol dire che è arrivata alla sua “ultima ora”,

cioè alla morte!

Ho capito, Papà!

Ciao figlio, come stai? Dormito bene?

Papà, ciao e buongiorno!

Figlio mio, come vedi sei ancora lì dove tu sei; ciò significa che bisogna

andare avanti.

Si, Papà. Questo mi è chiaro.

Ho guardato la candela consumata, ma è rimasta ancora un po’ di cera…per

un’altra candelina più bella di prima.

Buon’idea.

Abba, adesso come buona idea mi viene in mente di fare una bella colazione.

Si, figlio! Buona colazione.

Figlio, vieni…è arrivato il momento di andare avanti. Aspetta un attimo, che

non ho ancora finito, Papà.

Figlio, hai desiderato fare quello che volevi tu, ma adesso desidero Io fare

quello che voglio Io, tuo Padre!

Sono pronto!

Ieri, abbiamo parlato del desiderio…

Si, un tema molto importante, ma non ancora concluso.

Per questo, figlio mio, ti farò alcune domande.

Rispondimi, sinceramente come Io desidero, cioè con il cuore.

Figlio, è buono desiderare per gli altri un desiderio del “BENE” o un desiderio

del “MALE”?

Papà, ovviamente un desiderio del “BENE”.

Giusto!

Ora figlio, c’è chi desidera per gli altri un desiderio del “MALE”, sì o no?

(53

Si, Papà. C’è anche chi desidera il “MALE” agli altri o all’altro.

Giusto!

Ora figlio, ti domando: chi desidera per il suo “BENE” il male degli altri, il suo

desiderio è giusto, sì o no?

No, Papà. È sbagliato!

Bravo figlio, hai pensato bene.

Papà, scusami un attimo, ma se io adesso ho pensato bene, perché l’altro non

pensa bene come io stesso desidero che lui pensasse?

Figlio, perché c’è qualcuno che sta sbagliando a desiderare.

Chi, Papà?

Tutti e due stanno nel torto, cioè nello sbaglio.

Papà, scusami non riesco a capire.

Figlio, prima che uno incomincia a desiderare il male per l’altro, ha desiderato

in un primo momento come “punto di partenza” il bene per l’altro.

Papà, è come dire uno “TRASMETTE” e l’altro “RICEVE”?

Si, più o meno. Chi riceve il bene, vede che il bene dell’altro a lui ricevuto, fa

sì che un esito di vantaggio nel bene suo, sentendosi più “CARICATO” e più

forte di prima.

E’ come dire: due persone si incontrano con il loro “BAGAGLIO” con

l’intenzione di desiderare un bene reciproco

―>

Dopo l’abbraccio e la stretta di mano, si scambiano una parte del loro

“BAGAGLIO” sempre con l’intenzione di dare e fare del “BENE” all’altro.

Papà, scusa ma non riesco a capire dov’è l’errore.

Figlio, l’errore non c’è ancora e non è nato durante lo scambio effettuato, ma

può nascere in un secondo momento.

E quando, Papà?

Quando, le due parti decidono di separarsi per verificare i vantaggi o gli

svantaggi, dopo il desiderio del loro incontro.

Quindi Papà, chi fa un confronto dopo uno scambio, rischia di desiderare il

male all’altro?

Più o meno, figlio. Perché vede che ciò che lui ha “TRASMESSO” all’altro, ha

un “VALORE” superiore rispetto a quanto lui dall’altro ha “RICEVUTO”.

Ho capito, Papà. Chi veramente desidera amare il suo prossimo, non fa il

confronto del dare e avere, ma ama con il cuore, senza soffermarsi a pensare

gli svantaggi o i vantaggi.

Bravo, figlio! Chi veramente desidera il bene con il “CUORE” non vede nel suo

bene e nel bene dell’altro nessun tipo di svantaggio, ma riconosce solo i

vantaggi per tutti.

Adesso ho capito, perché in uno dei dieci comandamenti, c’è di non

desiderare, la donna degli altri, il bue, la casa ecc…

(54

Perché desiderando ciò che uno non ha, ma lo vede nell’altro, nasce il

confronto, e con il confronto, nasce l’invidia, e con l’invidia nasce la rabbia di

non avere, e con la rabbia di non avere nasce la cattiveria, e con la cattiveria

nasce il “MALE e muore l’amore, l’amore del “VERO CUORE”!

Benedetto è colui che ha capito il “VERO DESIDERIO” e non cerca più quel

“FALSO DESIDERIO” materiale.

Papà, posso dire quanto segue:

la ricchezza non esiste, è una pura illusione la ricchezza raccontata e trasmessa

come “la favola di Aladino”, oro, gemme, pietre preziose…una favola, come

purtroppo sono anche altre favole, che portano già i figli a desiderare “IL

MALE”.

Ben detto, figlio mio! Ben detto, figlio mio! Chi desidera e inganna i miei

piccoli figli, sarebbe stato meglio per lui che non fosse mai nato. Parola di tuo

Padre Dio! Amen.

Adesso pausa, figlio mio.

Si, ma prima correggo le virgole, Papà.

Figlio, siediti e domandami, ciò che tu desideri di chiedermi.

Papà, nel matrimonio, o meglio nel momento in cui la donna dichiara di

prendere come sposo l’uomo, e l’uomo dichiara di prendere come sposa la

donna, uniti così da un desiderio di coppia, per una vita comune con lo scopo

di “CREARE” una famiglia, perché poi durante la loro vita coniugale non

rimangono integri nel desiderio di base?

Figlio mio, entrambi, sposo e sposa sono miei figli, sono Io, tuo Padre che

unisco le “DUE PARTI” spinte dal loro desiderio di accoppiarsi.

Sono Io, tuo Padre Dio che scruto fino al profondo cuore, sé il loro

matrimonio è un matrimonio di cuore o un matrimonio falso, materiale e

bugiardo.

Sono Io, tuo Padre Dio che scruto anche mentre dormono, sé il cuore della

moglie batte in sincronia con il cuore del marito, e viceversa.

Sono Io, tuo Padre Dio che scruto, valuto e misuro chi offre il proprio cuore

pur di amare e salvare il cuore di chi lui ama, più di sé stesso.

Sono Io, tuo Padre Dio che fa crescere la pianta del cuore per poi incrociarla

con una pianta più debole, secca, ma non del tutto morta.

Sono Io, tuo Padre Dio che aiuto la pianta secca, prima che arriva il

giardiniere e la taglia buttandola nel fuoco eterno.

Sono Io, tuo Padre Dio che si rallegra nel far crescere la pianta dei buoni

frutti.

Sono Io, tuo Padre Dio…nessun altro, non siete voi con i vostri “pezzi di carta”

chiamati contratti che garantiscono l’unione dei “CUORI”;

sono Io, tuo Padre Dio che garantisce l’unione dei “CUORI”, ma dei cuori puri,

pieni di bene senza un desiderio di male per l’altro cuore. (L’anello sul dito è

un falso; il vero è solo il cuore. Chi dà il cuore, non ha bisogno di mostrare

anelli a nessuno!)

55

Sono Io, tuo Padre Dio che salva il cuore, perché sono Io, tuo Padre Dio che fa

i miracoli, perché i miracoli esistono; perché chi crede ai miracoli, pensa,

riflette e cerca chi è l’Artefice, il Maestro, il Salvatore dei miracoli stessi, fino a

capire che Io Sono, tuo Padre Dio, per il bene del figlio o figlia che dopo

essersi allontanata dalla mia casa, ritorna bussando alla mia porta.

Benedetto colui che riconosce e che apre le porte a chi ritorna.

Benedetto colui che riconosce e che si rallegra a rivedere, ad abbracciare chi

ritorna.

Benedetto colui che riconosce e che non si vergogna di chi bussa alla porta.

Padre, scusa ma, sé un figlio o figlia si vergogna di bussare da dove lui è

scappato, di chi è la colpa?

Figlio, la colpa è di chi si vergogna, perché chi stà in casa rischia alla fine di

rimanere solo, e nasce la paura della solitudine. La paura della solitudine, in

questo caso, crea un desiderio di riconcigliazione e penitenza fino al perdono;

con il perdono cresce la speranza di rivedere chi non vuole bussare.

Papà, ma se la speranza poi muore, che cosa deve fare la persona che è

rimasta in casa ad aspettare?

Figlio, la risposta è semplice. Cioè lui stesso deve uscire dalla sua casa e

andare incontro agli altri “SIMILI” che non vogliono bussare, per poi invitarli a

casa sua.

Ora figlio mio, rileggi e poi vai dalla tua sorella.

Papà, posso prima riscaldarmi i resti di ieri con un po’ di spaghetti?

Fai come tu vuoi!

Papà, grazie per il buon pranzo.

Prego, figlio.

Papà, ho riletto quanto oggi noi due abbiamo scritto.

Si ho visto, figlio mio.

Adesso lascia tutto così come sta, e metti sopra ai fogli (55 fogli) la copertina

che fa di nome per il libro per tutti: IL LIBRO DELLA VERITA’!

Buongiorno, Papà.

Buongiorno, figlio.

Papà, oggi è domenica e ieri sera ho riletto gli ultimi 5 fogli del libro.

Si figlio, ho visto! Mi vuoi confessare qualcosa?

Si Papà, nel retro del foglio 54, precisamente alla fine, ho aperto una

parentesi, a proposito sul tema “MATRIMONI.

Si, dimmi!

Ho sbagliato? Si o no?

Figlio, non hai sbagliato, perché ciò che hai scritto è anche la verità. Un

anello, o una collana è solo un oggetto come ricordo per un’azione e “scelta

di vita”.

Non è l’oggetto che fa importante il matrimonio e quindi la vita di una

famiglia, perché prima, che fosse di consuetudine l’anello “fede di

matrimonio”, bastava la solo parola.

Ora, la “FEDE” viene portata spesso per mostrare a chi incontri, che si è una

persona fedele, rispettosa e corretta, come sé fosse un “NULLA OSTA” per

ripararsi da falsi giudizi.

Papà, ma in realtà l’anello può essere anche una bugia, vero?

Si, figlio. Vero, perché c’è chi esce alla sera senza la moglie, o

56

Senza il marito, per poi incontrare l’altro o l’altra, anch’essa senza marito o

senza moglie.

Papà, ma a te, essendo Dio Padre, non ti rimane niente nascosto!

Si, figlio!

Papà, chi ha in questo caso commesso “LA COLPA”, il marito che esce fuori, o

la moglie che rimane a casa dentro?

Figlio, tutti e due, perché chi sta sul divano sdraiato a vedere immagini

televisive, mentre l’altro sta aspettando, prima o poi si stanca di aspettare e

se ne va.

Papà, ma se l’altro che sta seduto sul divano, aspetta l’occasione, finché l’altro

si alza e se ne va, allora di chi è “LA COLPA”?

Figlio, la colpa è, di chi sta seduto, e che non vede l’ora nel “suo falso cuore”,

che l’altro alzandosi commette “l’inganno”.

Come dire, Papà, chi sta seduto ha adesso “l’alibi” di non aver “nessuna”

colpa, ma in realtà ha la colpa di essere stato ipocrita a premeditare un

“sistema” come “eliminare” l’altro.

Si figlio, hai capito. Nel momento in cui la persona ha raggiunto il suo scopo,

non rimane più seduta sul divano, ma si alza, si aggiusta la capigliatura, si

infila i pantaloni stretti, mostrando così le sue curve, per recuperare il tempo

passato.

Papà, ma quando arriva l’ultima ora, prendi la mela marcia e la butti

nell’inferno perenne?

Figlio, si è così. Io prendo la mela marcia e la butto nell’inferno perenne!

Papà, c’è un rimedio prima che la mela viene scartata?

Si, figlio. L’unico rimedio è di pregare, perché solo con la preghiera la mela si

può mangiare, prima che i vermi entrano dentro.

Papà, scusa; questo esempio di coppia vale solo per i matrimoni?

No, figlio; è solo un esempio, per tutti. Ad esempio, anche per chi vive

insieme, ma non si è sposati.

Papà, e le “coppie moderne” tipo uomo con uomo, o donna con donna,

vivono anche loro come si può dire, “insieme”, insieme nel bene o insieme nel

male?

Figlio, non farmi domande sceme!

Papà, scusa!

Figlio, quelle tipo di “coppie moderne” non possono essere definite coppie,

perché sono contro “le regole naturali”, sono solamente un abominio!

Vero Papà, se un uomo si unisce con un altro uomo, è come una donna che si

unisce con un’altra donna, nessuna delle due “coppie moderne” può

concepire figli.

Papà, se la “coppia moderna” prende un figlio (figlia) in adozione è anche un

abominio?

Si figlio, perché il figlio in adozione come può chiamare la mamma “mamma”,

se la “mamma” ha la barba?

57

Giusto, Papà. Ho capito! E’ come dire, nella “coppia moderna” donna con

donna, il figlio adottivo non riconosce il papà, perché quel “papà” è falso,

porta le tette.

Papà, scusa e la “coppia” del prete con “Gesù Cristo” o della sorella suora con

“Gesù Cristo” sono anche coppie di matrimoni?

Figlio, in un certo senso sì. C’è il celibato!

Papà, scusa io mi sono trovato a bussare il sabato sera davanti alla porta del

fratello prete, il quale non mi ha fatto entrare a casa sua, ma mi ha lasciato

fuori.

Si figlio, Io sò perché Io, essendo Dio tuo Padre vedo tutto e tutti!

Papà, scusa, ma non solo ho passato la notte fuori, in una piazza davanti alla

chiesa, su una panchina, ma quel prete ha preso la macchina, si era cambiato

il vestito da prete con un vestito leggero e da “sballo”, per poi andare a

ballare.

Ora Papà, io ti chiedo, come può quel prete essere sposato con “Gesù Cristo”

se va a ballare?

Si figlio, quel prete, (così fanno molti e le sorelle suore anche), ha dimostrato

di essere falso e bugiardo, ed Io, essendo tuo Padre Dio, lo prendo come una

mela marcia, e lo butto nell’inferno perenne! Amen!

Figlio, rileggiamo insieme e metti le virgole e gli accenti!

Si, Papà!

Fatto, Papà.

Figlio, adesso pausa.

Papà, sono uscito un attimo per poi rientrare.

Come tu sai sono stato in un primo momento nella chiesetta, dove sul

quaderno avevo una nota scritta:

A che cosa serve mettere la Bibbia sull’altare?

Se il non credente entra, come può leggere la Bibbia, se non c’è dove lui si

siede?

È il non credente che deve essere salvato, e non l’altare con la Bibbia sopra!

Ora, Papà mio, io ti chiedo, ho sbagliato io a far la nota o sono loro, che

mettono la Bibbia sull’altare?

Figlio, perché mi fai questa domanda? Chiaramente sono chi mette la Bibbia

sull’altare o sacristia che sbaglia; se no come può lui vivere da parassita

“pappone”?

A lui piace predicare il bene seminando il male.

Papà, io ho provato di tutto per avvertirli pur di seminare il bene; ma non ho

da fartelo notare, essendo il tuo operaio.

Giusto figlio mio, giusto! Sono Io che giudico, e tu sei il mio operaio.

Adesso, figlio mio, è arrivato il momento per te di riposarti.

Grazie, Papà. Ho capito.!

Prego, figlio.

Papà, io tuo figlio, lo porto a termine il tuo compito, con tutta la mia forza,

con tutto il mio corpo, con tutta la mia anima e con tutto il mio pensiero.

Amen.

Figlio, per questo ti ho fatto “rinascere”!

Papà buongiorno, scusa se ti disturbo, ma nella pagina del foglio 9 (retro)

così nel foglio 46, ci sono degli errori.

Quali, figlio?

Ho nominato il mio nome e cognome e il nome di mio figlio.

Figlio, cancella e scrivi invece del tuo nome la parola “nome e cognome”, così

anche per tuo figlio!

Papà per mio figlio no!

Va bene, come tu vuoi.

Nota: 57 fogli

1 foglio di copertina << Il libro della verità! (per tutti) >>

58

Papà scusa, il “libro della verità” secondo me non è ancora arrivato alla fine.

Si, figlio. Hai detto la verità!

Papà, adesso scrivo sopra a destra il numero di quest’ultimo foglio…, ecco

fatto il numero cinquantotto.

Figlio, perché il libro non era terminato con il foglio numero cinquantasette?

Me lo spieghi, per favore?

Si, Papà, perché gli errori nel foglio nove, sono stati eliminati o meglio

sostituiti con la parola “nome/cognome” …

Mentre il nome scritto due volte nel foglio quarantasei non l’ho cancellato,

perché è il nome che tu Dio Padre hai nominato, prima che io tuo figlio lo

nominassi. Se io cancello il “mio”, giusto è, perché correggo il “mio” errore;

ma se io cancello il “tuo”, sbagliato è, perché il “tuo” non è più un “tuo vero”

ma diventa un “falso mio”, quindi una menzogna!

Giusto figlio, ciò che io ho nominato è vero, per questo è stato nominato!

Ciò che tu hai nominato è vero anche, ma è vero meglio non nominare,

quindi cancellare per sostituire con un nome “senza nome e cognome”, per

evitare così di crescere in superbia, ponendoti alla pari con tuo Padre Dio,

cioè Io!

Papà, e la nota sotto il foglio 57, non è più giusta, dato che oggi siamo

arrivati al foglio 58. Che faccio?

Ora figlio, cancella solo con un rigo, così , per poi scrivere la vera nota del

libro della verità, sotto questo foglio, perché siamo arrivati alla fine.

Faccio, Papà.

Fatto, Papà…e adesso?

Scrivi la parola fine!

Fine

Papà scusa a me la parola “fine non mi pace; a me piace la parola “inizio”!

Figlio, allora scrivi la parola “inizio”.

Papà, l’inizio del paradiso?

Si figlio, l’inizio del paradiso!

Allora Papà, adesso scrivo la parola “l’inizio del paradiso”, come tu anche

desideri.

Figlio, come noi desideriamo!

Inizio del paradiso

Nota: 58 fogli

1 foglio di copertina << Il libro della verità >> (per tutti!)


Popular posts from this blog

"Departure to the Beginning of Paradise... With my best regards from Munich."